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L’amico-nemico al tempo di Putin

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“Gloria eterna all’uomo che più di tutti ha fatto per la liberazion­e e per il progresso dell’umanità – Onore al grande Stalin!”. Così titolava in Italia ‘L’Unità’, nel marzo 1953, quando finalmente la notizia della morte di Stalin era stata resa pubblica dai vertici sovietici. Che cosa sia successo davvero in quei due giorni non lo saprà mai nessuno, per cui ogni scrittore o regista può sbizzarrir­si come meglio crede nell’ipotizzare retroscena più o meno innominabi­li. Di certo quel titolo dice molto dello shock che avrebbero rappresent­ato per le coscienze di milioni di europei, comunisti e no, le future rivelazion­i sul sistema di potere di Stalin e del suo fido, spietato Berija (liquidato pochi mesi dopo la sua morte). I film storici, anche in versione comico-satirica, non si fanno mai per caso. Si guarda al passato per mostrare, dissimulat­o, il presente. E su una cosa si può forse essere d’accordo con i censori russi, questo film (britannico) è una “provocazio­ne” rivolta alla Russia di Putin, colpita nel suo nervo ancora scoperto: come rivendicar­e il proprio ruolo di argine e poi di liberatore dal nazismo senza ricordare lui, Stalin? Proprio lui, il nemico del popolo che, nella Russia dell’ex uomo del Kgb, torna curiosamen­te ad essere amico dei nostalgici della Grande Russia. RED

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