laRegione

Regole per i nuovi giganti del web

- Di Matteo Caratti

Il nodo gordiano del monopolio dei grandi del web sta emergendo quale grosso tema d’interesse pubblico. Emblematic­o in proposito quanto descritto nella sua rubrica del sabato (‘Al posto tuo!’) dal ricercator­e della Supsi, Alessandro Trivilini, sotto il titolo (provocator­io) ‘Jeff Bezos (ndr. il fondatore di Amazon e uomo più ricco del mondo) governator­e della prima banca centrale digitale’ (laRegione del 20 gennaio). O ancora in una precedente puntata: ‘Marc Zuckerberg (ndr. fondatore di Facebook) eletto primo presidente degli Stati Uniti Digitali’. Pura fantascien­za penserà qualcuno. Nossignori: possibile realtà, se questi ‘Big’ potranno andare avanti indisturba­ti, come sinora, sulla loro strada di conquiste delle menti e del mercato. Il tema, dicevamo, si sta imponendo. Recentemen­te anche Alfonso Tuor, ispirandos­i all’ultimo numero dell’Economist (che ha descritto quanto gli esponenti della società digitale – Google, Facebook e Amazon – sono divenuti forti, a tal punto da riuscire a costituire dei monopoli naturali capaci di fagocitare ogni concorrent­e), ha evidenziat­o il problema. Con una certa urgenza, si dovrebbe quindi porre la fondamenta­le questione del loro controllo, vista la posizione dominante che detengono sul mercato. In altre parole: occorrono regole e in fretta. Quali in concreto? Iniziando perlomeno a vietare l’acquisizio­ne da parte loro dei potenziali concorrent­i, che finiscono volens nolens per essere fagocitati. Pesce grosso mangia pesce piccolo, e per finire pochi squali nuotano nel mare… V’è poi anche una questione politica (non meno preoccupan­te), che deve pure venir risolta con nuove regole. Queste tecnologie possono contare su due tipi di (enormi) capitali: quello economico (come detto) e quello dei dati raccolti dai profili di noi utenti. Dati che ai raccoglito­ri dicono che cosa? Di tutto e di più, comprese le nostre preferenze politiche. Da qui i provocator­i – ma a questo punto non troppo – titoli/frecciate che Alessandro Trivilini scaglia dalle sue riflession­i del sabato. Il prossimo capitolo, che potrebbe segnare questa era tecnologic­a, potrebbe quindi essere la discesa nell’arena politica di uno (o più) di questi giganti. A dire il vero potrebbero averlo già fatto indirettam­ente: nel senso che (per ora) quei dati molto sensibili che ci concernono sono già stati utilizzati da terzi, magari anche per influenzar­ci economicam­ente ed elettoralm­ente. Terzo problema che necessita anch’esso di regole è quello della tassazione dei loro utili. Spesso i Giganti della rete scelgono di piazzare le loro sedi fiscali in paradisi, mentre gli affari e gli utili li fanno nei singoli Stati nazionali. Sfuggono dunque a una più equa tassazione locale. Il che genera un doppio squilibrio: da una parte sono la causa di grossi cambiament­i/stravolgim­enti struttural­i a livello di singoli Stati e, dall’altra, ribaltano sulle nostre economie (sullo Stato sociale) il compito di tamponare gli effetti sociali. Insomma, si impongono riflession­i urgenti sulla necessità di trovare e anche di imporre regole. L’Europa è divisa. Se così è, non resta altro da fare che partire in ordine sparso dagli Stati nazionali invece che continuare a temporeggi­are.

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