‘Oggi sostengo il semisvincolo’
Il sindaco nel 2012 era contrario: ‘Ma va rispettato l’esito della votazione sul referendum di allora’
Nel 2012 i ticinesi accettarono in votazione la progettazione. Allora contrario, oggi il sindaco Mario Branda si dichiara favorevole. Martedì uscirà allo scoperto il comitato referendario.
Indeciso il collega di Municipio Roberto Malacrida, anch’egli socialista, che sei anni or sono faceva parte del comitato referendario interpartitico
Nell’estate 2012, in vista della votazione popolare di settembre, il sindaco Mario Branda e il municipale Roberto Malacrida, entrambi socialisti, si erano dichiarati contrari al semisvincolo. Ma sottovoce, per rispettare la collegialità municipale avendo l’Esecutivo deciso di schierarsi 4 a 3 (Plr e Ppd per il sì e Ps per il no insieme all’allora municipale pure socialista Mauro Tettamanti, non ricandidatosi) a favore dell’opera stradale. O meglio, del credito di 2,5 milioni stanziato dal Gran Consiglio per la progettazione. Credito poi avallato dai ticinesi con un risicatissimo 50,84%. Oggi, dopo sei anni, in ballo di milioni ce ne sono 65, da destinare alla realizzazione: 36,56 di competenza cantonale (75%) di cui un quarto a carico dei Comuni della regione (12,19 milioni), mentre la Confederazione coprirebbe il 25% del totale (16,25 milioni). Il condizionale è d’obbligo perché, come nel 2012, probabilmente anche stavolta i ticinesi saranno chiamati a esprimersi sull’impegno cantonale votato martedì dal Gran Consiglio. Il Comitato referendario svelerà le proprie carte martedì in conferenza stampa. Sei anni fa Malacrida era membro del comitato referendario; il sindaco (pur condividendone le idee) no. Oggi? «Come già avevo avuto modo di dire in occasione dell’ultima campagna elettorale, ritengo sia importante considerare adeguatamente l’esito della votazione del 2012», premette Mario Branda interpellato dalla ‘Regione’: «Non solo la maggioranza dei ticinesi recatisi alle urne in quella circostanza ha avallato il credito di progettazione e, di conseguenza, anche la necessità di dotare Bellinzona di un semisvincolo; ma anche gli allora Comuni del Distretto si sono pronunciati in modo molto chiaro, sia nel numero di favorevoli pari a 15 su 17, sia con proporzioni molto nette», a cominciare dall’81,14% di ‘sì’ a Giubiasco e 79,06% a Camorino, gli attuali quartieri aggregati più toccati dal traffico in entrata-uscita da sud e che più di altri beneficerebbero del semisvincolo. Contrari, allora, solo Monte Carasso e Gudo. «In democrazia sono passaggi importanti che vanno rispettati. Perciò a questo punto il progetto va sostenuto». E questo «indipendentemente dal fatto» che il gruppo Ps in Gran Consiglio e il Comitato cantonale del Ps siano a maggioranza contrari. Peraltro, «sia nella sezione cittadina del 2012, sia nell’odierna sezione aggregata, le opinioni erano e sono diverse». Quanto al progetto, riconosce il sindaco, il Piano dei trasporti e il Programma di agglomerato mirano a una soluzione integrata fra potenziamento dei mezzi pubblici e della mobilità dolce, parallelamente al miglioramento dei collegamenti stradali.
‘Il mio dilemma’
Meno profilata, per ora, la posizione di Roberto Malacrida. Che parla di dilemma: «Da una parte le mie perplessità di allora rimangono, perché la letteratura
scientifica conferma che l’arrivo di nuove strade non comporta lo sgravio di talune, ma pressoché la medesima occupazione di tutte. Tuttavia, il semisvincolo può essere anche considerato non come una strada in più, ma come il completamento di quanto già esiste», ossia l’A2 che già molti automobilisti provenienti da sud usano come circonvallazione per
entrare a Bellinzona da nord via Arbedo-Castione e Galbisio-Carasso. «Un completamento cui si affianca il potenziamento del trasporto pubblico». Un punto «molto importante – aggiunge poi Malacrida – è quello del rispetto della volontà popolare. Lo dico come membro di un Esecutivo che ha il dovere di rappresentare la maggioranza». Infine si consideri
«che Camorino e Giubiasco fanno ora parte della nuova Città, quartieri di cui l’autorità dovrebbe considerare adeguatamente le necessità». E che il previsto nuovo ospedale regionale della Saleggina «potrebbe a sua volta beneficiare del semisvincolo», trovandosi a un chilometro in linea d’aria, anziché i due dallo svincolo di Camorino.