‘No Billag’ in perdita di velocità
Sei su dieci contro l’iniziativa. Un giovane su due per il ‘sì’.
‘No Billag’ verso la bocciatura con il 60% dei suffragi e nessun problema per il nuovo ordinamento finanziario 2021 (69% di ‘sì’ contro un 16% di ‘no’). È quanto emerge dal sondaggio sulle votazioni federali del 4 marzo realizzato dall’istituto gfs.bern per conto della Ssr e pubblicato ieri. Margine di errore: 2,9 punti percentuali. L’iniziativa popolare per l’abolizione del canone radiotelevisivo sarebbe respinta da sei persone su dieci, mentre il 38% ha intenzione di appoggiarla. Soltanto il 2% afferma di essere al momento indeciso. Secondo gli autori, l’opinione che si è formata nei riguardi del testo è nell’insieme negativa e le possibilità di un’inversione di tendenza sono limitate. Solo fra i sostenitori dell’Udc (i cui delegati dovrebbero seguire la decisione di ieri del comitato e decidere oggi di raccomandare il ‘sì’) ‘No Billag’ raccoglie più consensi che rifiuti: il 66% di essi è in effetti assolutamente o piuttosto a favore. Netta invece l’opposizione della sinistra (88% degli elettori dei Verdi contrario, idem il 79% di quelli del Ps). Tra chi vota Ppd, la quota di ‘no’ è del 73%, percentuale che scende al 68% fra i partigiani del Plr. Fra chi non si schiera per un partito, il 47% è orientato a dire ‘sì’, mentre il 51% propende per un rifiuto. La bocciatura più ferma arriva dalla Romandia (67%) e dalla Svizzera italiana (65%), mentre tra gli Svizzeri tedeschi (57%) sembra aleggiare maggiore incertezza. I giovani fra i 18 e i 30 anni sono più inclini ad abolire il canone (51%), mentre i più anziani non ne vogliono sapere. Due argomentazioni spiccano nel campo del ‘sì’. Il 58% ritiene che il canone sia una nota dolente e che siano necessarie misure di risparmio alla Ssr. Sull’altra sponda, il 67% teme un’eccessiva dipendenza dai finanziatori privati, il 66% è dell’idea che solo la forma di pagamento attuale garantisca un’offerta di qualità simile in tutte le lingue, il 65% vuole evitare un deterioramento del panorama mediatico e il 60% è preoccupato dalla possibile fine del servizio pubblico così come dalla scomparsa di numerose radio e tv. In generale, il punto di vista secondo cui la Ssr sia troppo grande è l’argomento più usato a sostegno della ‘No Billag’; la paura di un abbassamento del livello è quello più solido contro il testo.