Merkel stringe i tempi
Berlino – Angela Merkel si è data una settimana per concludere le trattative con l’Spd per dare alla Germania un nuovo governo. Entro il 4 febbraio, la cancelliera conta di chiudere il negoziato e dare infine vita a una nuova Grosse Koalition. Ammesso che il negoziato vada a buon fine, e che l’opposizione socialdemocratica non riesca ad affossarne l’esito. Quattro mesi dopo le elezioni, con un fallimento alle spalle, Cdu/Csu e Spd non possono permettersi di perdere tempo, ma il risultato di questo secondo tentativo di dare un esecutivo stabile alla Germania non è affatto sicuro: pur alla fine del negoziato mancheranno ancora tre settimane al giudizio che ne darà la base socialdemocratica. Una incognita di cui i negoziatori sono ben consapevoli: “Dopo il voto di Bonn le trattative non sono divenute più semplici”, ha detto il leader dei cristiano-sociali per tutti, Horst Seehofer. Nessuna intenzione di tornare sugli accordi già presi, è la premessa, e lo scontro con i socialdemocratici che col fragile mandato di domenica scorsa (un magro 56%) hanno avuto l’incarico di rivedere le posizioni su sanità, lavoro e immigrazione fa prevedere un confronto complesso. Sul quale pesa anche il pressing dell’economia: la Bdi (Confindustria tedesca) ha bollato come magro il pacchetto uscito dai colloqui esplorativi e ha chiesto di riaprirlo e “riempirlo con nuovi impulsi e contenuti”. Nei giorni scorsi i giovani dello Juso, che con il leader Kevin Kuehnert hanno dichiarato guerra al prossimo governo con Angela Merkel, hanno lanciato una campagna per far lievitare il numero dei tesserati in modo da condizionare l’esito del voto previsto alla fine delle trattative. “Entra per dire no”, lo slogan, che ha visto quasi 2’000 adesioni.