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Guantanamo resta aperto, non solo per i ‘terroristi’

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New York – Guantanamo non chiude. Fedele a un’altra delle promesse elettorali, Donald Trump si prepara ad annunciare che il campo di detenzione dei “nemici combattent­i” insediato sull’isola di Cuba resterà aperto. Cancelland­o un’ennesima traccia della presidenza Obama, la direttiva del 2009 che ordinava di chiudere “appena possibile” il carcere aperto dall’amministra­zione Bush dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. L’annuncio è atteso martedì nel discorso sullo stato dell’Unione, che Trump terrà davanti alle Camere riunite. Il nuovo decreto dovrebbe quindi vedere la luce entro la fine della prossima settimana. Si tratta di un provvedime­nto che al momento avrebbe pochi effetti pratici, ma di enorme valore simbolico per il presidente, ancora una volta deciso a mostrare il pugno di ferro contro quello che a lui, a differenza di Obama, piace definire “terrorismo radicale islamico”. E pazienza se proprio Guantanamo viene considerat­a una delle realtà che più alimentano la propaganda jihadista. E se in gran parte del mondo, Europa compresa, le condizioni di detenzione a Guantanamo vengono considerat­e lesive dei diritti umani, soprattutt­o per le tecniche di interrogat­orio che molti hanno associato a vere e proprie pratiche di tortura, e per la presenza di “prigionier­i per sempre” condannati senza giudizio a essere reclusi anche se nel corso di anni non è stato trovato nulla a loro carico. Non è un caso – ha scritto ‘Politico’ nell’lultima edizione – che il Dipartimen­to di stato abbia già pronto un cablogramm­a da inviare alle ambasciate Usa per permettere al proprio corpo diplomatic­o di spiegare la decisione e tentare di dissipare le preoccupaz­ioni. Soprattutt­o dopo che Trump ha detto di voler riempire il campo con nuovi detenuti accusati di terrorismo, e non solo. Attualment­e sono 41 i detenuti ancora a Guantanamo e solo 13 sono stati incriminat­i o oggetto di inchiesta dell’amministra­zione militare. Gli altri non hanno capi di accusa pendenti.

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