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La pagina settimanale dedicata alla Terra
Torniamo con la seconda parte del nostro mini report sugli animali acquatici e su come riescano a sopravvivere durante l’inverno. Abbiamo già parlato del martin pescatore, delle rane e dei pesci. Ma stagni e laghetti ospitano tanti altri animali. Per esempio, le larve dell’anodonta: si attaccano alle pinne del rodeo amaro. Questi pesci, a loro volta, depongono le uova nella conchiglia dell’anodonta, grande 20 cm, che funge da incubatrice. Tornando all’inverno, l’anodonta passa la stagione fredda sott’acqua, in profondità, dedicandosi alle sue uova e successivamente alle larve, poiché in primavera, come accennato, è “occupata” dalle uova del rodeo amaro. Le pulci d’acqua: non sono vere e proprie pulci, ma minuscoli gamberetti. Non sopravvivono durante la stagione fredda. Solo le uova fecondate, deposte nell’acqua e avvolte in una pellicola protettiva, riescono a superare l’inverno (anche dopo molti anni). In primavera dalle uova sgusciano le nuove pulci d’acqua. Il tritone crestato (o salamandra acquaiola)
è il più grande rappresentante del suo genere che vive nelle nostre regioni ed è una specie minacciata. In primavera la femmina cerca stagni e corsi d’acqua in cui deporre le uova. Alcuni esemplari rimangono nell’acqua, altri passano tutto l’anno sulla terraferma. Come le rane, trascorrono la stagione fredda in stato di ibernazione sulla terraferma, sotto le pietre oppure nel fango sott’acqua. Fino allo scadere del secolo scorso i gamberi di fiume erano molto diffusi nelle nostre acque. Particolarmente sensibili all’inquinamento dell’acqua, oggi sono diventati piuttosto rari. Di giorno se ne stanno in cavità scavate lungo la riva, oppure sotto i sassi e diventano attivi sul far della sera, per dare la caccia ai piccoli animali acquatici e ai pesci morti di cui si nutrono. Il primo inverno della loro vita lo trascorrono nell’uovo. Altrimenti, durante la stagione invernale vivono come d’estate, con l’inconveniente che è più difficile trovare cibo. I gamberi di fiume non temono il freddo perché come i pesci si adattano alla temperatura dell’ambiente. Gli animali che abbiamo descritto hanno imparato nei secoli ad adattarsi al freddo. Hanno appreso strategie di sopravvivenza e sono arrivati ai nostri tempi. Non è il freddo che li spaventa, il problema, purtroppo, sono le azioni degli esseri umani che continuano indisturbatamente ad inquinare le acque e a produrre emissioni di CO2. La prossima volta che passate accanto a un laghetto, non pensate che sia semplicemente congelato. Là sotto c’è tanta vita.