Il governo alla Cpi: l’incontro del 2015
Alla Commissione parlamentare d’inchiesta il Consiglio di Stato indica alcuni aspetti salienti della perizia
Argo 1, il governo segnala alla Cpi, per le valutazioni di sua competenza, l’incontro del 2015 tra Rainbow, Blotti e Beltraminelli. Accusatore privato, il CdS incarica l’ex pga Maria Galliani.
L’incontro dell’8 ottobre 2015 tra la Rainbow, Claudio Blotti e Paolo Beltraminelli citato nel rapporto di Marco Bertoli (vedi l’edizione di ieri) è uno degli aspetti ripresi dal Consiglio di Stato nella lettera che accompagna il documento del perito sul mandato diretto all’agenzia di sorveglianza Argo 1, documento trasmesso martedì alla Commissione parlamentare d’inchiesta (Cpi) in quanto “interlocutore istituzionale del governo”, come precisa lo stesso Esecutivo in un comunicato diffuso ieri. Quella relativa al colloquio con la Rainbow è una sottolineatura dovuta al fatto che finora di tale incontro non se ne era avuta notizia. Sollecitato sul perché nell’ottobre del 2015 non avesse dato peso alle perplessità avanzate dai vertici della Rainbow sull’adeguatezza sia della Argo 1 che del suo responsabile operativo Marco Sansonetti, il capo del Dipartimento sanità e socialità Beltraminelli si sarebbe giustificato con i colleghi di governo sostenendo di non averle ritenute perché provenienti dalla ditta concorrente, per giunta da qualche mese estromessa dagli appalti relativi ai centri per richiedenti l’asilo. Preso atto della risposta, l’Esecutivo ha comunque deciso di evidenziare nella lettera alla Cpi la questione. Lettera nella quale l’Esecutivo riferisce quanto indica Bertoli nel rapporto: i contatti tra la Rainbow e i funzionari, e ciò che la Rainbow sostiene, ovvero di aver informato Beltraminelli nell’ottobre di tre anni fa dell’inadeguatezza di Argo 1. Un’informazione questa, ricorda il governo nella missiva, proveniente da un’agenzia concorrente. Sia come sia, il Consiglio di Stato demanda alla Commissione parlamentare d’inchiesta le considerazioni del caso.
‘Me l’avessero detto...’
“Alla commissione – afferma l’Esecutivo nella nota – sono stati trasmessi tutti gli atti necessari e richiesti affinché possa giungere al termine dei suoi lavori e redigere il suo rapporto all’attenzione del parlamento”. Invero già la ‘Vigilanza’, la Sottocommissione del Gran Consiglio che nella primavera scorsa aveva tentato di chiarire i contorni della vicenda ‘Argo 1’, aveva voluto indagare sui motivi del cambio di partner da parte del Dss. Dalla Rainbow (ditta grande, strutturata, attiva dal 2000) alla Argo 1 (ditta che quando è stata scelta ancora non esisteva). Ascoltato il 6 giugno dello scorso anno dalla ‘Vigilanza’, Beltraminelli dichiara che i collaboratori del Dss nell’estate del 2014, quando Argo 1 viene messa sotto contratto, “mi hanno fatto vedere il prezzo piuttosto basso che seppur tirato tirato secondo loro poteva stare in piedi, e a loro modo di vedere c’era la buona capa- cità operativa di Sansonetti, che personalmente non ho mai visto. Dopo non mi hanno più informato di questa ditta che continuava il lavoro”. Alle sollecitazioni dei deputati della ‘Vigilanza’, più avanti Beltraminelli aggiunge che “era maturata da parte dei miei collaboratori, per averlo visto all’opera, una fiducia nei confronti di Marco Sansonetti. Da quando il mandato Argo 1 è stato assegnato fino a quando sono intervenuti in febbraio 2017, non ho ricevuto da parte di nessuno alcun tipo di informazione, né sotto forma di e-mail o telefonata, che segnalasse che qualcosa non funzionava. Ma neanche di ditte concorrenti che mi dicessero che è ora di fare qualcosa. Rendendosi conto dell’attività che può avere un consigliere di Stato, non mi è mai stata posta una problematica operativa; me l’avessero detto, avrei risposto che bisognava far qualcosa”. Il ministro non accenna quindi all’incontro del 2015 con la Rainbow. E le spiegazioni davanti alla Sottocommissione in parte le aveva già rese anche al plenum del parlamento nel marzo 2017, quando per la prima volta si esprime pubblicamente sul caso scoppiato a fine febbraio. Dice che con Argo 1 “si è fatta una prova di cinque mesi: quel contratto è stato firmato da me e dal capo della Divisione (Blotti, ndr). In seguito il mandato è stato esteso tacitamente senza che io abbia più fatto alcun tipo di atto”. E nemmeno ha più avuto “il guizzo di chiedere ai collaboratori come è la situazione con i mandati all’interno della gestione dei richiedenti l’asilo”.