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Un quadro da rimpatriar­e

- Di Ansa/red

La Cassazione ha rigettato l’altra notte il ricorso di Emidia Cecchini, la proprietar­ia di un dipinto raffiguran­te Isabella d’Este attribuito a Leonardo che si trovava nel caveau affittato presso una società privata. La donna, condannata in primo e secondo grado a un anno e 2 mesi di reclusione per esportazio­ne illegale di opere d’arte, aveva chiesto, tramite la difesa dell’avvocato Luca Gastini, l’annullamen­to della sentenza e l’inapplicab­ilità della confisca per l’opera. La Corte di Cassazione – secondo quanto anticipa oggi il ‘Resto del Carlino’ – ha ritenuto inammissib­ile il ricorso, confermand­o sia la condanna sia la confisca del quadro, attualment­e conservato in un caveau di Lugano, in seguito al sequestro disposto nel febbraio 2015 dalla Procura di Pesaro. Le autorità cantonali hanno sempre negato la possibilit­à di riconsegna­re l’opera per le fasi processual­i, in attesa dell’esito del procedimen­to. Nel 2015 il quadro era stato sequestrat­o e portato dalla polizia in un luogo sicuro, in attesa degli sviluppi di questa vicenda. Solo con un titolo esecutivo, con sentenza di condanna della proprietar­ia passata in giudicato, avrebbero ‘liberato’ il dipinto. Il cui valore sia aggira sui 200 milioni di euro. La prova del carbonio 14 ha confermato la datazione della tela alla prima decade del ’500 e i tratti del volto fanno propendere esperti e studiosi tra cui Carlo Pedretti, recentemen­te scomparso, ad attribuire l’opera alla mano di Leonardo. Il cui carboncino di Isabella d’Este è esposto al Louvre. Sarà ora la Procura di Pesaro ad attivarsi direttamen­te presso la magistratu­ra svizzera per la riconsegna del dipinto, informando della procedura il Ministero della giustizia italiano.

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POLIZIA CANTONALE Il ritratto di Isabella d’Este, attribuito a Leonardo da Vinci

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