Argo 1, il ‘Mattino’: ‘Beltra asfaltato. Via la Divisione’
I due ministri leghisti non si esprimono. Bignasca: ‘Noi ordini di scuderia non ne diamo’.
Dal rapporto Bertoli su Argo 1 esce un Paolo Beltraminelli “asfaltato”, e quindi – oltre a giudicare il ministro “politicamente al capolinea” – per il ‘Mattino della Domenica’ è ora che il governo “decida finalmente di togliere al Beltra(let)Argo la Divisione delle famiglie e dell’azione sociale”, a cui compete la gestione dei richiedenti asilo. Esecutivo in cui, lo ricordiamo, la Lega detiene la maggioranza relativa. Interpellati dunque per sapere se condividono l’indicazione del giornale, Claudio Zali e Norman Gobbi preferiscono non rilasciare dichiarazioni. «Il ‘Mattino’ è il ‘Mattino’ e la Lega è la Lega. E noi di ordini di scuderia non ne diamo – replica dal canto suo il coordinatore Attilio Bignasca –: i consiglieri di Stato sono liberi di muoversi come meglio credono. La situazione la conoscono meglio loro, anche rispetto al ‘Mattino’. Io continuo a ritenere che in questo cantone i funzionari abbiano troppo potere, e la vicenda Argo lo conferma». Soprattutto, prosegue Bignasca, «quando la lista delle commesse pubbliche assegnate su mandato diretto è così lunga...». Ed è proprio su questo tema, quello degli appalti pubblici, che a seguito della vicenda scoppiata con l’incarico all’agenzia di sorveglianza di Marco Sansonetti (3,4 milioni tra il 2014 e il 2017, in barba alla legge e senza il via libera governativo) si sono individuati nuovi correttivi. “Oltre ad aver istituito un ufficio di vigilanza sulle commesse pubbliche, il Consiglio di Stato prevede di creare un servizio centrale che possa garantire la necessaria consulenza ai servizi cantonali in questo ambito” scrive l’esecutivo nella lettera inviata alla Commissione parlamentare d’inchiesta (Cpi) settimana scorsa, a cui è stato allegato il documento del perito e nella quale viene tra l’altro posto in evidenza il contatto tra Beltraminelli e la Rainbow dell’ottobre del 2015 (vedi la ‘Regione’ di sabato). Nella missiva il governo fa sapere anche di aver “istituto un gruppo di lavoro incaricato di elaborare una mappatura dei principali macro-rischi di carattere amministrativo con l’obiettivo di: identificare i possibili rischi e i/le settori/funzioni maggiormente esposti; valutare le misure strutturali per minimizzarli; proporre un piano d’azione”. Le conclusioni dello scritto, anticipate ieri dal ‘Caffè’, confermano la linea per ora mantenuta dall’esecutivo. In assenza della risposta alla domanda centrale (“Perché è stata scelta proprio quell’agenzia?”), le valutazioni vengono demandate alla Cpi. “Tutto quanto verificato dal perito aggiunge qualche elemento conoscitivo attorno alla volontà degli attori, ma non muta l’istoriato di questa vicenda per quanto già conosciuto al termine dei lavori della Sottocommissione vigilanza del Gran Consiglio – scrive il CdS –. Nemmeno aggiunge indicazioni quanto a nuove misure da adottare; al proposito si rimanda quindi a quanto già deciso e in gran parte implementato da questo Consiglio”.