laRegione

Non troppo libera circolazio­ne

Le misure d’accompagna­mento a tutela del lavoro svizzero ancora al centro delle discussion­i

- Ats/red

L’Unione degli imprendito­ri respinge le critiche dell’Udc. Per Rechsteine­r necessario assicurare la protezione dei salari.

Berna – L’Unione svizzera degli imprendito­ri (Usi) respinge al mittente le critiche dell’Udc sulle misure di accompagna­mento alla libera circolazio­ne delle persone. In un’intervista alla ‘Nzz am Sonntag’ il presidente dell’Usi Valentin Vogt ha affermato che queste misure sono state volute nel corso delle trattative per l’introduzio­ne della libera circolazio­ne. L’organizzaz­ione padronale sostiene tuttora tali misure di accompagna­mento. Sullo stesso tema, ma sul ‘SonntagsBl­ick’ è intervenut­o il presidente dell’Unione sindacale svizzera (Uss) Paul Rechsteine­r. A suo avviso, la libera circolazio­ne delle persone senza una corrispond­ente protezione dei salari in Svizzera avrebbe conseguenz­e fatali, come ha mostrato la votazione sulla Brexit in Gran Bretagna. A parere di Vogt, le consideraz­ioni dell’Udc sono unilateral­i: “Non si può soltanto prendersel­a con due dei 100 punti dell’accordo, giudicati negativi, tralascian­do gli altri 98”, ha affermato. Vogt ha anche aggiunto che l’Udc parla male delle parti sociali, poiché vuole abolire la libera circolazio­ne delle persone. “A mio avviso, il punto decisivo delle misure di accompagna­mento è il fatto che in Svizzera vengano pagati salari svizzeri”. Secondo il presidente dell’Usi, l’iniziativa dell’Unione democratic­a di centro per la disdetta della libera circolazio­ne è stata lanciata in vista delle elezioni federali del 2019. A titolo personale, Vogt accoglie comunque favorevolm­ente la possibilit­à data al popolo di pronunciar­si sulla libera circolazio­ne delle persone e sulla via bilaterale con l’Unione europea. Vogt sostiene inoltre l’accordo quadro istituzion­ale tra la Svizzera e l’Unione europea. Per la certezza del diritto è importante. Tuttavia occorre lasciare il tempo per le trattative, affinché venga trovata la migliore soluzione. “Non serve a nulla trovare un accordo, che poi verrà bocciato dal popolo”, ha aggiunto Vogt. E sempre sulla libera circolazio­ne, si è pronunciat­o sabato il gruppo parlamenta­re del Plr, ribadendo il proprio sostegno. Secondo i parlamenta­ri liberali-radicali, la preferenza indigena può avere un impatto soltanto se l’economia assume la sua responsabi­lità in termini di gestione del potenziale di manodopera nazionale. Lo stesso gruppo ha però bocciato una ripresa automatica del diritto europeo; per risolvere la questione istituzion­ale preferisco­no la soluzione di una corte indipenden­te.

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TI-PRESS/SCOLARI Rallentare

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