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Un buon posto per le spie

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Berna – La Svizzera piace quale luogo d’incontro per i servizi segreti stranieri. La posizione centrale, le buone infrastrut­ture, la poca presenza della polizia e la bassa densità dei controlli l’hanno resa negli ultimi anni una meta amata per i ritrovi degli ufficiali d’intelligen­ce con agenti e spie. La nuova legge federale sulle attività informativ­e (Lain) permette ora di “disturbare” queste attività. Durante i cosiddetti incontri in un Paese terzo gli ufficiali dei servizi segreti assegnano incarichi agli agenti, ricevono informazio­ni politiche, economiche e militari e saldano infine il lavoro svolto, spiega un articolo pubblicato ieri sulla ‘Nzz am Sonntag’. Il Servizio delle attività informativ­e della Confederaz­ione (Sic) è consapevol­e che la Confederaz­ione viene usata quale sede per questi incontri, ha riferito al domenicale la portavoce del Sic Isabelle Graber. Oltre ai vari motivi che rendono il Paese tanto attraente, Graber spiega che l’aumento dei flussi di viaggio ha reso tutto ancora più semplice. Tuttavia, se finora – secondo il rapporto 2014 sulla situazione della sicurezza del Sic – la Svizzera offriva ai servizi segreti stranieri un quadro migliore rispetto ad altri Paesi, in cui vigono maggiori conseguenz­e penali e politiche, la nuova Lain introdotta lo scorso settembre attribuisc­e al Sic più margine di manovra: in determinat­i casi può accedere a computer, intercetta­re telefonate, sorvegliar­e e-mail e localizzar­e persone. “Cerchiamo di far luce su questi incontri”, ha detto Graber, precisando che l’obiettivo è di impedirli o almeno disturbarl­i.

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