Il patriota che legge Mein Kampf
Già lanciata una speculazione politica assolutoria sul ‘vendicatore’ di Macerata
Tutta la destra indica l’immigrazione come causa degli spari contro gli stranieri dell’ex candidato della Lega di Salvini
Roma – Non richieste, sono anche arrivate le parole di Recep Tayyip Erdogan, poco prima dell’imbarco per una visita ufficiale proprio in Italia: quello di Macerata, ha detto il presidente turco, è stato “un attacco terrorista contro l’Islam”. E non sono state neppure le più stupide, o disgustose, nelle ore seguite alla sparatoria con cui un fascista già candidato per la Lega di Salvini ha cercato di far fuori quanti più stranieri, sabato pomeriggio nella città marchigiana. Per facilitarsi il compito, Luca Traini – il logo di Terza posizione (sigla fascista) tatuato su una tempia, il Mein Kampf nella biblioteca di casa – ha mirato a quelli con la pelle “nera”. Perché, ha detto ai carabinieri ai quali si è consegnato, previo saluto romano e tricolore in spalla, voleva vendicare la morte della giovane italiana uccisa e fatta a pezzi, secondo le indagini, da un immigrato irregolare nigeriano. A un mese meno un giorno dalle elezioni politiche in Italia, Traini è detenuto (“tranquillissimo”, ha detto il suo legale) in isolamento nel carcere di Montacuto ad Ancona. Lo stesso in cui è rinchiuso Innocent Oseghale, il ventinovenne nigeriano arrestato per l’omicidio di Pamela Mastropietro. La madre di quest’ultima ha chiesto di non aggiungere violenza a violenza, dolore a dolore. Ma si rassegni: ormai non sono più la tragedia di sua figlia e il suo dolore a interessare, e la sua voce è stata sepolta da quelle di chi alla criminalità comune oppone la criminalità politica. Le esangui prese di posizione dei difensori della legalità, dei prudenti separatori del grano dal loglio (“l’immigrazione non è sinonimo di criminalità”) sono state quasi spazzate via dal coro di accuse al “buonismo” della sinistra e dei suoi governi. Distinguendosi nell’ipocrisia generale quella del capolista grillino Luigi Di Maio: “Meglio tacere”. Che rischiare di perdere qualche voto a destra... Una gran cagnara impegnata a rastrellare quanti più voti possibili in un elettorato che sembra in buona parte alla ricerca di un capro espiatorio – quale che sia, ma preferibilmente straniero – per il proprio malessere. Dunque i fascisti dichiarati si sono affrettati a solidarizzare con il pistolero, assicurandogli assistenza legale; mentre il fascioleghista Salvini e la camerata Meloni hanno stigmatizzato l’uso della violenza facendone tuttavia l’elogio. Il primo tentando goffamente di dimostrare che lui quel tipo lì non lo conosceva. Peggio ancora i loro alleati “moderati”, pronti a indicare nell’immigrazione le cause di ogni male. Con lo zenith del cinismo raggiunto da chi ha invitato a “non farsi giustizia da sé”. Di chi “si è fatto giustizia” Traini?