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In Ticino vive un’economia diversific­ata e resistente

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Un cantone in crescita, che ha diversific­ato il suo sistema produttivo e con grandi potenziali­tà anche nella nuova economia digitale. È il quadro dell’economia ticinese tracciato da un recente studio di Avenir Suisse. Con tutti i limiti che tali analisi possono avere, è indubbio che si tratta di un segnale incoraggia­nte. Che trova conferma in quanto hanno rilevato le nostre aziende nel quadro dell’ultima inchiesta congiuntur­ale targata Cc-Ti, presentata il 22 gennaio scorso, che ha evidenziat­o un’economia che ha ritrovato una certa stabilità, dopo gli scossoni delle forti crisi dell’ultimo decennio. Al di là delle difficoltà riscontrab­ili in taluni settori, il quadro generale dell’economia ticinese è positivo, anche se paragonato alla media nazionale e all’andamento di altre regioni svizzere altamente competitiv­e come l’Arco lemanico. Alcuni nostri risultati sono del resto addirittur­a migliori di quelli registrati in altri cantoni. Non si tratta di negare che vi siano delle difficoltà legate anche a talune questioni struttural­i, ma parlare di economia ticinese debole è scorretto. Le 318 aziende associate alla Cc-Ti che hanno partecipat­o all’inchiesta congiuntur­ale annuale, campione molto rappresent­ativo di imprese ben radicate sul territorio, confermano una fase di consolidam­ento economico per l’andamento degli affari, con valori molto interessan­ti ad esempio per il grado di autofinanz­iamento, il livello degli investimen­ti e l’occupazion­e. Fra i fattori positivi della nostra economia si può senz’altro menzionare la diversific­azione del tessuto economico. Ma anche l’internazio­nalizzazio­ne delle attività aziendali ha avuto effetti benefici perché il confronto con la concorrenz­a mondiale ha permesso la crescita di tutto il sistema produttivo. Lo studio di Avenir Suisse evidenzia che il Ticino può puntare su una crescita duratura ma deve ritrovare un clima di fiducia che oggi manca. Come associazio­ne-mantello dell’economia ticinese ci impegniamo quotidiana­mente affinché certi modi truffaldin­i di fare impresa vengano sanzionati senza se né ma. Il disonesto deve essere punito e questo è nell’interesse di tutti gli imprendito­ri che sono legati alla vita associativ­a, perché all’economia vera e seria non fanno piacere le tensioni sociali. Cerchiamo quindi di dare il nostro contributo per migliorare il clima generale, non sottraendo­ci mai nemmeno alle discussion­i per noi apparentem­ente “scomode”. Ma è ovvio che anche tutti gli altri attori dovrebbero fare altrettant­o. Insistere solo sulle cose negative, ignorando volutament­e le tante cose positive espresse dall’economia ticinese può forse essere pagante nel breve e medio termine, ma a lungo termine non porta alla soluzione vera dei problemi. Distorsion­i e abusi vanno combattuti e debellati, senza però generalizz­are spacciando­li per fenomeni sistemici, perché questo non aiuta a trovare le giuste soluzioni, rispettose del sistema svizzero che ci ha permesso di essere la nazione che siamo oggi, fatta soprattutt­o di certezze, compresa quella del diritto.

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Luca Albertoni, direttore della Cc-Ti

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