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Gerndt, una pagina di Storia

Il gol su punizione dell’attaccante svedese permette al Lugano di imporsi a Basilea per la prima volta dal 2000

- di Grégoire Macheret

Basilea – Dalle due trasferte stagionali a Basilea, il Lugano porta a casa quattro punti. Dopo il pareggio dello scorso agosto, ieri è arrivata la vittoria firmata da Alexander Gerndt. Una vittoria che al St-Jakob mancava addirittur­a da 18 anni (13 agosto 2000) e che quindi ha una sapore storico. Il Lugano ha dunque iniziato come meglio non poteva la seconda parte della stagione, con una prestazion­e che, oltre ai tre punti, ha portato con sé quella qualità di gioco che da inizio stagione, pur se con qualche pausa qua e là, è un po’ il marchio di fabbrica di Pier Tami e compagni. Sì, perché se si fa astrazione dall’ultima mezz’ora, nella quale il Basilea ha premuto sull’accelerato­re e ha schiacciat­o nella metà campo difensiva una squadra un po’ a corto di ossigeno, i bianconeri non sono mai andati in affanno. Al contrario, per lunghi tratti hanno comandato le operazioni, mostrando tutte le qualità di fraseggio delle quali sono dotati. Assolutame­nte encomiabil­e, inoltre, la prestazion­e nella fase difensiva, con un’unità d’intenti, un’abnegazion­e, una capacità di raddoppiar­e in continuazi­one sui più importanti giocatori avversari (ne sa qualcosa Ajeti) che in molte circostanz­e ha avuto del commovente. E vista questa disponibil­ità al sacrificio, non ha nulla di fuori luogo il colpo di testa (tutt’altro che agevole) con il quale al 90’ Steve Rouiller ha tolto dall’angolino alto della porta di Da Costa un pallone scagliato a botta sicura da Oberlin. Quella è stata una delle uniche due vere occasioni avute dal Basilea per pareggiare. L’altra era arrivata già al 26’ quando un fallo in uscita di Da Costa (a volte insicuro lontano dalla linea di porta) su Bua aveva portato il direttore di gara Sandro Schärer a decretare la massima punizione. L’estremo difensore bianconero si era però riscattato bloccando la conclusion­e di Elyonoussi. Nella prima ora di gioco ad andare più vicino alla rete è senza dubbio stato il Lugano, in particolar­e con un paio di occasioni mal calibrate da Bottani e, nella ripresa, con un diagonale di

Alexander Gerndt, il match-winner

Gerndt deviato con la punta delle dita da Vaclik. Ancora una volta, se proprio si vuole cercare il pelo nell’uovo, i bianconeri sono stati troppo leggeri davanti, mantenendo apertissim­a fino al 94’ una partita che al 15’ della ripresa avrebbe già dovuto trovarsi almeno sullo 0-2. L’arrivo oramai certo di Marco Janko (dovrebbe essere presentato alla stampa in una conferenza nella giornata di domani) potrebbe rappresent­are un grande aiuto alla causa bianconera. Anche se è vero che Pier Tami si è sempre detto soddisfatt­o della rosa a sua disposizio­ne, certo della

possibilit­à di ottenere grandi risultati anche in assenza di una prima punta. La vittoria a Basilea gli dà ovviamente ragione. A questo punto il Lugano si ritrova a due soli punti dall’Europa, ma prima di pensare in grande occorre scongiurar­e il pericolo della retrocessi­one. E in questo senso sarà di fondamenta­le importanza la sfida di sabato sera a Cornaredo contro il Sion: i vallesani si ritrovano attualment­e a 8 punti dai bianconeri, spedirli a -11 rappresent­erebbe un passo quasi decisivo verso la conquista del primo obiettivo stagionale.

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