Fondisti sotto tiro sulla via per la Corea
Scoppia un nuovo caso, a quattro giorni dall’inizio dei Giochi. Nel mirino, stavolta, ci sono gli specialisti dello sci di fondo. Dopo che un pool di giornalisti d’inchiesta – tra cui i colleghi del portale svizzerotedesco ‘Republik’ – si è ritrovato tra le mani un elenco di ben diecimila test sanguigni effettuali su duemila atleti dal 2001 in poi. I risultati, decodificati, sono stati vagliati da un gruppo di esperti, i quali hanno affermato che 290 di quei campioni (in stragrande maggioranza riconducibili ad atleti russi) presentano valori anomali. E, riferisce l’emittente tedesca Ard, «la probabilità che quei valori siano legati a fattori diversi dal doping è dell’1%». Nell’elenco dei campioni sospetti ci sono ben 51 russi, ma pure molti tedeschi (20), francesi (18), austriaci e norvegesi (16), finlandesi (15), italiani, americani e svedesi (12) e, infine, svizzeri (11). Per il momento, Swiss Ski preferisce non commentare l’anticipazione. «Non conosciamo i retroscena, né siamo in possesso di dati concreti – afferma ai microfoni della tivù svizzerotedesca Markus Wolf, il direttore della Federsci rossocrociata –. Non sappiamo quindi di quali atleti si tratti (infatti dall’inchiesta, almeno per ora, non emerge alcun nome, ndr), ma neppure di cosa viene loro imputato». In ogni caso, quei dati «presentano profili ematici inusuali, se non fortemente inusuali – osserva il medico statunitense James Stray Gundersen, che in passato aveva collaborato con la Federsci internazionale –, ciò che dimostra un utilizzo diffuso del doping nello sci di fondo».