In una parola: ‘Inaccettabile’
Terzo k.o. in sette giorni per il Lugano di Ireland, che (per ora) dice addio al terzo posto. ‘Deluso da tutti, anche da me stesso’.
Lugano – C’è una parola che, più di tutte, circola nei corridoi che portano allo spogliatoio bianconero, nel cuore della Resega. Perché quell’aggettivo, «inaccettabile», è sulla bocca di tutti. Partendo dall’allenatore per chiudere il cerchio dal capitano. «Una partita come questa, per i nostri standard, non la possiamo accettare – esordisce un Greg Ireland a metà fra l’infuriato e l’avvilito, ma che fa di tutto per trattenersi –. Dovremmo aver capito che non è possibile accendere e spegnere il bottone a piacimento: non possiamo semplicemente dirci ‘ok, adesso cominciamo a giocare’. E se sul ghiaccio sei troppo molle, questo è il risultato».
Furrer: ‘Analizzeremo ciò che è stato e ne trarremo le dovute conseguenze’. Chiesa: ‘Adesso dobbiamo giocare da uomini veri’.
«Stasera – continua – i commenti è meglio che li tenga per me, e che ne parli con il gruppo. È facile puntare il dito e dire: questo dovrebbe fare quello e quell’altro dovrebbe fare questo. Sono deluso da tutti, a cominciare da me stesso: abbiamo ceduto troppo presto al Kloten, non siamo stati in grado di rispondere e, più semplicemente, nelle ultime due partite non abbiamo giocato come volevamo. In questo momento dentro di me ci sono un sacco di emozioni: ora, però, non è il momento delle emozioni, bensì quello di avere un po’ di testa e trovare il modo di riprendersi, com’era successo un paio di settimane fa». Poi dietro ad Ireland si chiudono le porte dello spogliatoio, in cui il 52enne tecnico dell’Ontario tirerà le somme con i suoi giocatori. I quali, davvero, non riescono a capacitarsi dell’accaduto. «Difficile? Diciamo pure che è frustrante – dice Philippe Furrer, visibilmente seccato –. Il perché? Se lo sapessimo, vi avremmo posto ri-
medio. Infatti già venerdì a Bienne avevamo giocato male, e stavolta è andata pure peggio. È stato semplicemente inaccettabile: sul piano del gioco, dell’entusiasmo, dell’energia. Adesso analizzeremo ciò che è stato e ne trarremo le dovute conseguenze. Di sicuro, la pausa arriva al momento giusto...». «È vero, così è inaccettabile: non so quanti tre contro due, tre contro uno o due contro uno abbiamo concesso al Kloten – gli fa eco lo sconfortato capitan Chiesa –. Quando giochi in quel modo, semplicemente finisce che perdi da tutti. Come la sera prima, abbiamo
cercato le ‘giocate’, dando prova di supponenza: in questo momento della stagione certi atteggiamenti sono intollerabili. E fanno arrabbiare. Non dico che non si possa perdere, ma non puoi partire quasi già battuto, entrando in pista senza quell’agonismo che si dovrebbe portare in una partita di hockey». E adesso qualche giorno di tregua per ricaricare le pile in vista della fase topica della stagione, alla scadenza delle Olimpiadi in Corea. «Il momento di questi ‘su e giù’ è finito – conclude Chiesa –. Adesso dobbiamo giocare da uomini veri». Più chiaro di così.