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L’acqua contesa

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New York – Un piccolo comune del Nord degli Stati Uniti si batte contro il gigante vodese dell’alimentare Nestlé, che ambisce ad estrarre enormi quantità di acqua dai fiumi locali per commercial­izzarla. La cittadina di Osceola Township, situata 320 chilometri a nord di Detroit, è una comunità agricola che conta circa 900 abitanti. Il principale datore di lavoro è il centro di ritiro spirituale SpringHill Camp. Il borgo non vuole permettere a Nestlé di costruire un impianto di pompaggio. Quest’ultimo rappresent­a un elemento principale del progetto che permetterà di pompare 400 galloni (1’500 litri) di acqua al minuto, contro i 250 (950 litri) attuali. A gennaio, la cittadina ha presentato ricorso contro la decisione di un giudice appellando­si al fatto che il progetto della multinazio­nale inciderebb­e sulla falda acquifera. Nestlé ha iniziato a pompare acqua nella regione nei primi anni del 2000 per venderla con il marchio Ice Mountain, presentata come fonte sorgiva e quindi più costosa dell’acqua purificata. Secondo il responsabi­le del comune Tim Ladd, non c’è bisogno di essere un geologo o un idrologo per capire che i dati storici sui livelli delle acque mostrano in generale un forte abbassamen­to rispetto a due o cinque anni fa, che è ovviamente una preoccupaz­ione per molte persone del villaggio.

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KEYSTONE Non so mai come rompere il ghiaccio

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