Il tirasessi
New York – Il sesso vende, soprattutto online. Lo sanno bene non solo gli esperti di marketing ma anche i criminali informatici che usano i contenuti erotici come esca per infettare i dispositivi degli utenti e lanciare attacchi informatici per rubare denaro o dati personali. Secondo un’indagine di Kaspersky Lab dovrebbero stare attenti soprattutto gli utenti di smartphone Android: un quarto dei software dannosi per questa piattaforma si nasconde proprio in contenuti porno. Dal report emerge che lo scorso anno circa un milione e 200mila utenti di questo sistema operativo di Google si sono imbattuti almeno una volta in virus travestiti da contenuti porno. Si tratta di quasi un quarto dei quattro milioni e 90mila persone incappate in varie forme di virus malevoli sui dispositivi equipaggiati con Android. I ricercatori hanno individuato 23 famiglie di malware incentrate sul porno come esca. Il colosso di Mountain View vieta app con contenuti per adulti sul suo Play Store, ma molte di quelle legate a virus possono arrivare da negozi online di terzi. Non è un caso che Google abbia rafforzato la lotta ad app maligne nel suo negozio digitale, anche usando l’intelligenza artificiale: l’anno scorso ha rimosso 700mila applicazioni proprio perché violavano le regole interne. L’esca a luci rosse è un grande classico dei virus informatici ma sui dispositivi mobili questa tecnica comincia a essere
molto più pervasiva che sui pc. Sui computer fissi i ricercatori hanno rilevato malware legati al porno “solo” 300 mila volte, con tentativi di attacco a più di 50mila pc in tutto il mondo. L’analisi di Kaspersky si è concentrata su Android, che è il sistema operativo più diffuso al mondo, evidenziando trend interessanti. È emerso che la maggior parte di questo tipo di virus (quasi il 46%) è un cosiddetto “clicker”, cioè un software subdolo che apre pagine online, clicca su inserzioni o si iscrive a servizi a pagamento all’insaputa della vittima: così drena soldi, dati e batteria dal telefonino.