‘Servono ripari valangari’
Agricoltura e turismo nel Soprasosto messi in difficoltà dalle chiusure della strada In aggiunta al Municipio di Blenio, anche i responsabili degli impianti di Campo si sono rivolti a Zali. Preoccupazione tra i contadini, che nella regione allevano 200 ca
Oltre ai disagi vissuti da chi non ha potuto recarsi al lavoro e ha dovuto prendere dei giorni di vacanza “forzata”, le tre chiusure prolungate per pericolo valanghe della strada cantonale tra Olivone e Campo Blenio a dicembre e gennaio hanno causato problemi anche agli allevatori della regione. «Trattandosi di un periodo in cui avvengono molti parti, siamo stati fortunati a non aver avuto bisogno di un intervento d’urgenza da parte del veterinario. Altrimenti non so come avremmo fatto», sottolinea Nello Croce, dell’Azienda agricola Croce di Campo Blenio. Nel Soprasosto sono attive quattro aziende agricole che allevano in totale circa 200 capi di bestiame e che producono ogni giorno circa 3’000 litri di latte. «Una parte viene mandata al Caseificio di Airolo ma dev’essere consegnata entro 48 ore dalla mungitura. Quando la chiusura è perdurata, le vasche che abbiamo a disposizione erano piene e abbiamo dovuto trovare una soluzione d’emergenza», continua Croce. Fortunatamente il latte è stato accettato dalla Lati, dopo aver appurato la qualità del prodotto. «Ci è però stato pagato di meno rispetto a quanto avremmo guadagnato portandolo ad Airolo. A ciò si aggiunge il costo extra del trasportatore», sottolinea l’allevatore. «Qui ci sono famiglie che vivono di agricoltura», aggiunge Croci esternando il timore che situazioni del genere si possano ripetere. Sulla stessa lunghezza d’onda Gianni Martinelli dell’azienda agricola Martinelli, anch’essa a Campo Blenio. «Non si tratta di un fatto personale, perché noi possiamo stare un giorno o due senza andare a Olivone, ma per l’economia locale la chiusura della strada può essere un problema», fa notare. Come abbiamo riferito sull’edizione di martedì 6 febbraio, il Municipio di Blenio si è rivolto con una lettera al consigliere di Stato Claudio Zali, direttore del Dipartimento del territorio, per chiedere una soluzione a corto-medio termine. In valle più voci parlano di «chiusure inutili», «senza un vero motivo». Analogamente a quanto proposto dall’esecutivo, anche Martinelli avanza la richiesta di aperture controllate due volte al giorno durante situazioni straordinarie.
Impianti: perse decine di migliaia di franchi d’incasso
Un altro settore che è stato influenzato dalle chiusure della cantonale è quello turistico. Anche i responsabili degli impianti sciistici di Campo Blenio si sono infatti rivolti al direttore del Dt con l’invito a trovare una soluzione per mettere in sicurezza il tratto di circa 200 metri di strada, come spiega da noi contattato il direttore Denis Vanbianchi, che fa anche parte della commissione valanghe comunale. «Durante le chiusure del 4 e del 19-20 gennaio l’innevamento era buono e ci sarebbe stata una buona affluenza. Sono venute a mancare parecchie decine di migliaia di franchi». Tre le proposte avanzate: realizzare ripari valangari, un sistema con sgancio valanghe tramite sparo mine o un terrapieno.