Un test? ‘No, un metodo diffuso’
Differenziazione in una classe delle Elementari cittadine: il Municipio risponde ai dubbi dell’Mps
‘È diffuso nelle scuole comunali ticinesi e valorizza le differenze’. L’inserimento di un docente d’appoggio ‘è stato deciso da maestra, direzione e ispettorato’.
È giusto introdurre una differenziazione didattica alle Elementari? Assegnando il docente d’appoggio agli allievi più dotati, anziché a quelli con più difficoltà, non si finisce per sfavorire questi ultimi e per vanificare gli sforzi d’inclusione? Questo progetto-pilota non è forse un passo indietro rispetto all’idea di una scuola che aiuta tutti e cerca di attenuare le differenze sociali? Avrà un futuro? Sono, queste, le domande di fondo contenute in un’interpellanza delle consigliere comunali Mps Angelica Lepori Sergi e Monica Soldini. Cui il Municipio ha risposto negando che si tratti di un progetto-pilota o di sperimentazione. Parla semmai di un intervento “puntuale e circoscritto, fondato su una preventiva progettazione svolta dalla docente titolare in collaborazione con la direzione dell’istituto e sotto la supervisione dell’ispettorato”. Il tutto nell’ambito di una pratica, la differenziazione pedagogica, “diffusa nelle scuole comunali ticinesi e che tiene conto e valorizza le differenze tra gli allievi attraverso lo sviluppo di pratiche didattiche adatte alle diverse specificità e che consentono a ognuno di apprendere secondo percorsi e tempi diversi, in funzione delle possibilità e potenzialità individuali”. In quest’ottica, prosegue l’Esecutivo, la differenziazione “rispecchia pienamente i principi della scuola ticinese che vuole essere equa, inclusiva e di qualità”.
Monitoraggio in corso
Nel caso specifico, il Municipio nega che si sia in presenza di una suddivisione permanente degli allievi in tre gruppi di abilità: “La composizione molto eterogenea” della classe 2A delle Scuole Nord, formata da 21 allievi “dalle competenze e abilità molto diversificate fra loro” specie in matematica, ha richiesto un “particolare adattamento delle abituali pratiche di differenziazione”. Visto anche il numero di allievi giudicato elevato, si è optato per il supporto di un docente d’appoggio, “la cui figura è stata introdotta nelle scuole dell’infanzia ed elementari ticinesi proprio per far fronte efficacemente a situazioni come quella in esame”. Obiettivo: “Garantire a tutti gli allievi di raggiungere i traguardi minimi di apprendimento, valorizzando al contempo il più possibile le singole competenze, conoscenze e intelligenze”. Inoltre la differenziazione “si applica all’insieme del gruppo-classe e non è indirizzata unicamente agli allievi particolarmente dotati o a quelli che attestano difficoltà di apprendimento”. Nella pratica, evidenzia il Municipio, si procede variando le forme didattiche, i tempi, i ritmi di apprendimento, la dimensione e i raggruppamenti della classe: “Una differenziazione efficace richiede in effetti di poter operare con effettivi ridotti (da qui l’importanza di disporre di un docente d’appoggio) e di modellare i raggruppamenti, anche se mai in modo definitivo e non necessariamente in base alle loro capacità”. L’insegnamento è quindi organizzato “sia in forma plenaria, sia ricorrendo alla costituzione di gruppi ridotti”. Costo annuo previsto: 8’000 franchi, su un totale di 600’000 “destinati a progetti indirizzati ad allievi con difficoltà”. Il Municipio ha autorizzato l’assunzione del docente d’appoggio (avvenuta in novembre) e al rientro dalle vacanze autunnali i genitori sono stati informati dalla docente titolare, da quello di appoggio e dalla direzione. Il monitoraggio avviato su questa prima fase “consentirà di ridefinire il dispositivo da adottare il prossimo anno scolastico”.