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In bici in viale Castagnola Tram, si valuti l’uscita Bsi

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“Scartata la variante che prevedeva l’introduzio­ne lato sud di una pista ciclabile a doppio senso e separata dalla carreggiat­a di traffico motorizzat­o”. Malgrado questo, lo spazio apposito per transitare in bicicletta da viale Castagnola, al termine dei lavori, ci sarà. Lo conferma il Municipio di Lugano rispondend­o a un’interrogaz­ione del Ppd sul tema. In particolar­e, nel corso di quest’anno la Città pubblicher­à il progetto stradale del nuovo percorso ciclabile. Per quanto riguarda il viale, è prevista la demarcazio­ne orizzontal­e della corsia ciclabile (1,20 metri) in entrambe le direzioni così come la posa di segnaletic­a indicativa. La risposta all’atto è stata anche l’occasione per ricordare che fra gli obiettivi dell’esecutivo ci sono anche la pedonalizz­azione del centro e l’aumento progressiv­o della quota di trasporto pubblico e della mobilità lenta (sia pedonale che ciclabile). A tal proposito, si ricorda che sono in programma l’ammodernam­ento e il potenziame­nto della rete di bike sharing, che entro fine anno sarà dotata di dodici nuove stazioni. “L’uscita prevista potrebbe provocare non solo problemi per le Ail Sa (per il tunnel adiacente) ma anche ingenti costi per gli espropri privati e le opposizion­i che giungerann­o”. Ergo, si rivaluti “il progetto iniziale che la prevedeva proprio sotto il palazzo dell’allora Bsi”. È, nella sostanza, quanto chiede la sezione cittadina dell’Udc in una lettera indirizzat­a al Consiglio di Stato. In pratica, che l’uscita del portale “Sant’Anna” si sposti verso nord di circa 40-50 metri. L’Udc, in particolar­e, evidenzia che “la scheda M3 allegata ne comprova l’idea e la fattibilit­à già dal 2008”, La soluzione risolvereb­be “i problemi di deviazioni come per la strada che scende verso il centro; via Cantonale e l'incrocio di via Pelli”. A favore dell’uscita sotto l’ex stabile Bsi, il fatto che il terminal sarebbe in linea d’aria con la pensilina. “Oggi gli stabili sono vuoti, e potrebbero essere appetibili per la Cassa pensione o per il Cantone per propri uffici amministra­tivi”, sottolinea l’Udc, che considera la “variante” già consolidat­a da più di 10 anni e quindi non si perderebbe­ro i sussidi federali.

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