Piace il parco Geotermico
Sonvico, il progetto raccoglie il consenso interpartitico. Jelmini: ‘È interessante, lo appoggerei’
In attesa del Piano energetico comunale, la posa di sonde su suolo pubblico ha il sostegno unanime della Commissione delle petizioni
Coordinare la posa di sonde geotermiche su suolo pubblico, a cui si allacciano le pompe dell’utenza privata. Una sorta di simbiosi tra pubblico e privato, che rende possibile lo sfruttamento del calore del sottosuolo, anche all’interno dei nuclei tradizionali, come già avviene per la maggior parte delle zone edificabili. In estrema sintesi, questo è quanto si vorrebbe realizzare a Sonvico ed è oggetto di una mozione generica presentata nel marzo 2016 dal gruppo Ppd (primo firmatario Michele Malfanti). Una mozione che ha già raccolto il sostegno unanime della Commissione delle petizioni del Consiglio comunale di Lugano. E il Municipio cosa ne pensa? «In questi giorni stiamo preparando le osservazioni prima che la trattanda passi in Consiglio comunale – risponde Angelo Jelmini, titolare del Dicastero sviluppo territoriale di Lugano –. A titolo personale posso dire che è un progetto interessante, con tanto di indicazioni su come procedere, che io appoggerei». Bisognerà attendere la posizione degli altri sei colleghi di esecutivo. Ma non dovrebbero esserci particolari problemi, se non forse, di natura finanziaria. Tuttavia, la possibilità di realizzare un Parco Geotermico nel nucleo di Sonvico è in linea con la strategia federale ‘Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile’. In attesa del Piano energetico comunale, oltre a favorire l’uso di energie indigene e rinnovabili, l’idea potrebbe portare anche a un miglioramento della qualità di vita dei residenti e dell’ambiente, con tanto di vantaggi economici. Potrebbero essere ostacoli, invece, i piani particolareggiati dei nuclei, le indicazioni Isos (l’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere) e gli spazi ristretti. Sarebbe un passo in avanti per Lugano che vuole la certificazione di ‘Città dell’energia’. La mozione piace perché è modulabile in base al fabbisogno dell’utenza e «si presta a un approfondimento specifico su cosa e come si potrebbe intervenire a livello energetico nei nuclei della città – sostiene Jelmini –. Abbiamo già il modello di Carona, dove è stato avviato il collegamento del nucleo alla centrale termica nuova delle Ail presso la piscina. A Sonvico si propende per una soluzione diversa, la geotermia. Valuteremo le implicazioni dal profilo degli investimenti e della praticabilità che comporta il coinvolgimento e la condivisione dei proprietari. Ma l’esempio di Carona lascia ben sperare». Il progetto potrebbe ottenere finanziamenti dal Fondo energie rinnovabili e dai riversamenti del Cantone della tassa annuale per l’uso del suolo pubblico.