laRegione

Mazzette, 2 ufficiali nei guai

- Di Marco Marelli

Arrestati due maresciall­i della Guardia di finanza di Varese e di Busto Arsizio e la moglie commercial­ista di uno dei due militari per una storia di mazzette. Mazzette legate al ritrovamen­to di sedici assegni per complessiv­i 350mila euro emessi da una banca di Lugano, trovati nel 2016 nel corso di una verifica fiscale nell’azienda di un imprendito­re edile bustocco. La commercial­ista che cura gli interessi dell’imprendito­re edile di Busto Arsizio viene a sapere del ritrovamen­to degli assegni utilizzati per far rientrare illegalmen­te in Italia i 350mila euro, precedente­mente portati a Lugano. Per evitare guai al cliente chiede al marito di fare qualcosa. Un favore alla moglie non si nega, per cui il marito maresciall­o risponde mettendosi in contatto con il capopattug­lia impegnato nella verifica che accetta di chiudere un occhio, però in cambio chiede 10mila euro. “La verifica andrà bene, ma servono 10 litri di olio”: questo il messaggio su WhatsApp della commercial­ista al cliente imprendito­re. Un componente della pattuglia, impegnata nella verifica, capisce che qualcosa di strano sta succedendo, per cui segnala i suoi dubbi ai superiori. Incontri, telefonate e il messaggio decisivo. Una talpa (sarebbe in via di identifica­zione) avverte gli indagati, per cui la mazzetta non viene pagata. Gli inquirenti convocano l’imprendito­re che, messo alle strette, ammette tutto. Consegna anche il cellulare, con il messaggio compromett­ente. Marito e moglie finiscono ai “domiciliar­i”, l’altro maresciall­o in carcere anche perché i pm di Busto Arsizio gli contestano altri due casi: l’incasso di 1’000 e di 300 euro, mazzette per chiudere entrambi gli occhi. E i sedici assegni? Fatti passare per un prestito appena restituito.

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Brutta storia con assegni frutto di evasione passati (ancora) per Lugano

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