Altri richiedenti? ‘Esonerati’
In vista dell’arrivo del futuro Centro d’asilo federale a Pasture, si eviterà di assegnare altre persone in procedura negli alloggi
Una concessione Balerna, Novazzano e Chiasso alla fine l’hanno strappata. Destinati a fare spazio sul territorio del Basso Mendrisiotto al nuovo Centro d’asilo, i tre Comuni non entreranno nel computo degli enti locali chiamati ad accogliere i richiedenti l’asilo assegnati al Canton Ticino. Questo almeno da quando la struttura prevista in località Pasture, sul terreno di proprietà oggi delle Ffs, sarà aperta, nel 2021. I ‘desiderata’ recapitati all’autorità cantonale non sono rimasti, quindi, parola morta (cfr. ‘laRegione’ del 4 dicembre). In una missiva giunta ai Municipi giusto la settimana scorsa, il Cantone ha confermato in effetti queste sue intenzioni: nel futuro prossimo eviterà, in sostanza, di inviare altre persone in attesa di decisione in alloggi presenti nell’estremo lembo meridionale del Ticino. Inutile dire che vedersi stralciare dalla ‘lista’ dei paesi inclusi nel piano di ridistribuzione dei richiedenti l’asilo ancora in procedura ha fatto tirare più di qualche sospiro di sollievo dalle nostre parti. La preoccupazione di riuscire a gestire al meglio l’arrivo a Pasture, al confine fra Balerna e Novazzano, di un centro in grado di dare un letto a 350 persone e di sbrigare le prime pratiche della procedura d’asilo è sempre presente negli amministratori locali. Anzi, da subito è stato il loro primo pensiero. Non a caso, come detto, verso la fine dell’anno scorso i tre esecutivi si erano rivolti al Consiglio di Stato, chiedendo di guardare altrove qualora vi fosse l’esigenza di trovare una collocazione per altri richiedenti. Come dire che il comprensorio presto darà già il suo contributo alla politica migratoria e d’asilo. Una disponibilità che, come ha mostrato la lettera dell’autorità cantonale, è stata (e sarà) tenuta in debita considerazione.
Pasture, incontro in agenda
Nel frattempo, ai piani superiori, a Berna, si mettono le fondamenta per la realizzazione dei futuri centri d’asilo federali. Con l’entrata in vigore, il primo gennaio scorso, dell’Ordinanza sull’approvazione dei piani del settore dell’asilo, ora è possibile avviare anche l’iter per l’autorizzazione a livello edile dei progetti concreti. Sul tavolo ci sono, del resto, i quasi 63 milioni per coprire l’investimento previsto a dare forma all’edificio a Pasture. Un passaggio chiave che giustifica l’annuncio di un nuovo incontro del Gruppo di lavoro ancora entro febbraio. In realtà, spostata più in là nel calendario la serata pubblica, era slittato anche il plenum programmato a gennaio. In questo momento un punto della situazione, insomma, s’impone, soprattutto agli occhi delle autorità locali.
Migranti e dintorni
Resta in sospeso, invece, la necessità, sempre per il Cantone, di individuare un’alternativa al Centro temporaneo per migranti oggi (e sino alla fine del 2018) a Rancate. In questo caso l’impressione è che sarà arduo allontanare dalla frontiera il ‘contenitore’ in cui ospitare i migranti non intenzionati a domandare asilo e dunque destinati a essere riconsegnati alle autorità italiane, facendo leva sulla procedura di riammissione semplificata. Lo stesso direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi da queste colonne lo ha fatto capire in modo chiaro. Portare il centro fuori distretto sarebbe un controsenso, dovendo collaborare con la Polizia di frontiera italiana, senza trascurare gli aspetti finanziari. L’equazione è evidente: maggiori distanze, più costi di trasporto. Ma qui il discorso (anche con Berna) è ancora aperto.