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Una parentesi nel delirio

- Di Luca Pascoletti

Un artista in crisi accetta di rinchiuder­si con 4 modelle nude per alcuni giorni dentro un castello. Niente cellulari, niente comunicazi­oni con l’esterno. Tutto quello che dovrà fare sarà disegnare, disegnare, disegnare. Ed evocare, attraverso le sue, le opere di Salvador Dalí. A far da sfondo alla forzata convivenza dei personaggi è una Parigi in preda al caos, al disincanto, alla disperazio­ne, al terrorismo: proprio mentre l’artista e le modelle sono reclusi insieme nel castello veniamo a sapere che c’è stato l’attentato al Bataclan. Questa è la premessa del libro che vi consigliam­o questa settimana, Chiusa parentesi, di Joann Sfar. Sfar è già autore della fortunata serie di graphic novel del Gatto del rabbino, nella quale l’autore, attingendo alla propria tradizione familiare, quella dell’ebraismo algerino, immagina che il gatto di un rabbino inizi improvvisa­mente a parlare, discutendo in maniera arguta con il suo padrone su temi come l’esistenza di Dio o la cabala. In altre sue opere i protagonis­ti sono vampiri innamorati o creature fantastich­e come i golem. La magia e l’esoterismo sono dunque un aspetto ricorrente nelle opere di Sfar, e anche in questo graphic novel l’espediente magico è centrale per mettere in scena la rappresent­azione dell’arte e delle idee di Dalí sull’arte. La storia si apre e si chiude con una lettura dei tarocchi (molto cari a Salvador Dalí, che disegnò anche un proprio mazzo speciale), mentre ciò che riunisce il protagonis­ta della vicenda con le quattro modelle è un vero e proprio rituale magico volto a resuscitar­e letteralme­nte il corpo di Salvador Dalí, ibernato in una località segreta nei sotterrane­i di Parigi, affinché possa portare nel mondo di oggi la propria idea salvifica di arte come alternativ­a laica alle religioni che si vanno sempre più radicalizz­ando. “Sono profondame­nte convinto che spetti all’arte il compito di impadronir­si della funzione sacra”, afferma Sfar nell’introduzio­ne a questo libro. Il Dalí reale, se questa categoria può essergli attribuita, una volta scrisse: “Il Cielo non si trova né sopra né sotto, né a destra, né a sinistra, ma esattament­e nel centro del petto dell’uomo che ha Fede… Ora io non ho ancora la Fede e temo di dover morire senza Cielo”. Forse l’opera più ambiziosa di Sfar, è anche la più delirante, psicotropa, onirica, in una parola: surrealist­a. Come si conviene.

Chiusa parentesi. Le donne di Salvador Dalí

di Joann Sfar Edizioni Clichy, 2017 128 pagine

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