AutoPostale, parola di ex
La bufera dei sussidi pubblici ‘gonfiati’ non si placa. Il dirigente, attivo tra il 2012 e il 2016, avrebbe saputo della vicenda solo questa settimana.
Pascal Koradi, già a capo delle finanze della Posta dal 2012 al 2016, sostiene di avere appreso delle irregolarità contabili di AutoPostale soltanto negli scorsi giorni. Una nota confidenziale pubblicata dal ‘Blick negli scorsi giorni rivela invece che Koradi discusse nel 2013 della questione con i vertici dell’ex regia. In un’intervista pubblicata ieri dalla ‘Aargauer Zeitung’, Pascal Koradi si dice “sorpreso” della vicenda, affermando di essere venuto a conoscenza dei sussidi trasversali (dati da Confederazione e Cantoni per un determinato servizio, ma utilizzati per altro, ndr) soltanto all’inizio di questa settimana, in seguito alle informazioni fornite dell’Ufficio federale dei trasporti (Uft). Il manager 45enne – che oggi presiede la direzione della Banca cantonale argoviese (Akb) – ammette invece di essere stato al corrente dei “conflitti relativi agli obiettivi” concordati tra i vertici di AutoPostale e la casa madre. Secondo Koradi, i dirigenti della Posta si attivarono per garantire maggior trasparenza, elaborando fra il 2014 e i 2015 un piano che è stato messo in pratica nel 2016. La vicenda dei ‘sussidi gonfiati’ è gia co-
stata il posto al direttore esecutivo e al responsabile delle finanze di AutoPostale. La bufera sta investendo in particolare la direttrice generale della Posta, Susanne Ruoff la quale ha sempre affermato di essere venuta a conoscenza delle pratiche contabili errate solo alla metà di novembre dello scorso anno e solo dopo un incontro con il direttore dell’Ufficio federale dei trasporti, Peter Füglistaler. Il documento pubblicato giovedì dal ‘Blick’ fa anche luce sulle ragioni per cui AutoPostale si sia accaparrata con manovre contabili ‘creative’ sussidi federali: la direzione di AutoPostale, considerati gli obiettivi di redditività definiti”, non vedeva altre alternative. Sarebbe, insomma, l’ansia da performance ad avere indotto i vertici di AutoPostale, tra il 2007 e il 2015, a utilizzare per altre voci di spesa le somme pubbliche. L’importo da restituire a Confederazione e Cantoni è pari a 78,3 milioni di franchi.