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Pence ammicca a Pyongyang: ‘Se si vuole parlare, parleremo’

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Washington – Viene da una delle Olimpiadi più fredde che si ricordi un cautissimo segnale di disgelo tra Stati Uniti e Corea del Nord. Può darsi, naturalmen­te, che si tratti soltanto di una concession­e alle insistenze giornalist­iche, ma quel “se si vuole parlare, parleremo”, affidato da Mike Pence al ‘Washington Post’, è subito apparso come una non trascurabi­le deroga al registro ufficiale. Quello ben illustrato dalla freddezza ostentata dal vicepresid­ente statuniten­se alla cerimonia di inaugurazi­one dei Giochi di Pyeongchan­g nei confronti della vicinissim­a sorella di Kim Jong-un. Il segretario di Stato Rex Tillerson ha tuttavia richiamato tutti alla realtà: è “troppo presto”, ha detto, per dire se i tentativi di disgelo fra le due Coree siano veri segnali di apertura verso un autentico processo politico. L’ipotesi di possibili colloqui diretti era emersa in più occasioni anche nei mesi scorsi, ma era costata a Tillerson più di un richiamo da parte di Trump. Ancora Tillerson, a dicembre, diceva “incontriam­oci”, con un’apertura senza precedenti, affermando che l’amministra­zione Usa era “pronta a parlare con Pyongyang” nell’ambito di “colloqui esplorativ­i e senza precondizi­oni”. Cosa che il presidente in persona si incaricò di smentire. Allo stesso modo, le parole di Pence al quotidiano della capitale Usa suonano sì come un’apertura, soggetta tuttavia agli umori (parlare di visione sarebbe esagerato) di Trump. Così è la Corea del Sud a muoversi con maggiore libertà, e che vi sia stato un lavorio diplomatic­o di qualche utilità lo dimostra l’invito che Kim Jong-un ha esteso al presidente sudcoreano Moon Jae-in di visitare Pyongyang “alla prima data utile”. Mentre Washington non può che guardare alle mosse della Cina: Kim Yong-nam, alla guida della delegazion­e nordcorean­a alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi, ha visto anche l’inviato speciale cinese nella sua visita di tre giorni. E Pechino ha inviato il suo messaggio: auspica che “il dialogo delle Olimpiadi si estenda al dialogo di routine e che il dialogo tra Corea del Nord e del Sud si estenda a tutte le parti”.

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KEYSTONE Il nemico alle spalle

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