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Benzina, ‘cartello’ sospetto a Como

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Il sospetto che possa esserci un ‘cartello’ tra le compagnie petrolifer­e per tenere alto il prezzo della benzina a Como ha spinto le associazio­ni dei consumator­i a chiedere l’intervento del Ministero per lo sviluppo economico. Attraverso l’Osservator­io dei prezzi è stato possibile documentar­e la differenza del costo al ‘self service’ che, a parità di compagnia, nel capoluogo lariano è mediamente più alto di 10 centesimi rispetto a Lecco, Sondrio, Varese e Monza. Accusa che l’Unione petrolifer­a ha sempre smentito. Smentita anche l’ipotesi che chiama in causa la carta sconto la quale, attualment­e nella fascia A (quella sino a dieci chilometri dalla frontiera), consente di fare il pieno pagando 23 centesimi di euro in meno al litro. “Non ‘mangiamo’ una parte dello sconto” hanno per contro replicato i petrolieri. Allora, come spiegare i prezzi alti che a Como vanno avanti da anni, anche se il divario del tariffario non è mai stato così ampio? Per le compagnie petrolifer­e la colpa sarebbe da attribuire all’algoritmo che, prendendo in esame una serie di fattori, ne determina i prezzi. E tra i fattori indicati ci sono la tipologia dell’impianto, la modalità di approvvigi­onamento e la distanza dalle basi logistiche. In quanto a distanza, giusto per fare un paragone ‘contrario’ a quanto detto, Sondrio supera Como. Sulle modalità di approvvigi­onamento e sulla tipologia degli ambienti non è dato sapere di più. Comunque sia, il sospetto del ‘cartello’ continua ad essere robusto. E a farne le spese sono soprattutt­o gli automobili­sti senza la possibilit­à di fare il pieno a prezzo scontato. M.M.

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Prezzi inspiegabi­lmente più alti

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