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La voglia di essere finalmente la prima

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Ne ha di motivi per essere soddisfatt­a, Wendy Holdener: è una delle migliori slalomiste al mondo, sale regolarmen­te sul podio, si piazza sempre nelle migliori dieci anche nelle giornate di scarsa vena. Ma c’è una cosa, una sola cosa che la tormenta: è Mikaela Shiffrin, con la quale non c’è gara. Tanto che il grado di frustrazio­ne sale. «Mikaela scia in maniera fantastica, al momento è superiore a noi tutte», constata l’elvetica, la quale lotta con l’orgoglio e la voglia di essere lei, la migliore. «Sapete tutti cosa mi aspetto, quale sia il mio obiettivo. Non nego che ci siano serate in cui, sdraiata sul letto, sogno. E mi immagino di vivere quanto mi auguro di cuore di poter vivere». Se non ci fosse Shiffrin, Holdener avrebbe vinto molto di più: all’attivo avrebbe cinque slalom, oltre ai tre successi in carriera, due in combinata, uno nel City Event (oltre al titolo iridato sempre in combinata). Invece, alla voce vittorie in slalom c’è uno zero che la infastidis­ce. Tanto da sognare di spezzare l’incantesim­o proprio ai Giochi olimpici, per quanto possano essere graditi anche l’argento o il bronzo. Dopo mesi di dominio incontrast­ato, qualche segnale di flessione l’americana lo ha dato. La caccia ai record l’ha un po’ sfiancata. In tre delle ultime quattro gare (due delle quali erano slalom) è finita fuori. Interrompe­ndo una striscia di dieci podi filati, con otto vittorie. Per Petra Vlhova, Frida Hansdotter o la stessa Holdener si erano aperti degli spiragli. «Ero stanca – aveva ammesso la statuniten­se –. Lo stress psicologic­o è stato superiore agli scorsi anni. Ora però mi sono ripresa». E per non farsi mancare niente, sarà in lizza nelle cinque discipline dello sci alpino.

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KEYSTONE Non ci fosse Shiffrin...

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