Sì alla banda ultra larga, ma non subito
Via libera della Commissione del Nazionale all’iniziativa ticinese, ma con la riforma
L’iniziativa del Canton Ticino “Garantire un’offerta capillare di servizi di banda ultra larga su tutto il territorio nazionale” è stata sospesa fin quando non sarà concluso l’iter parlamentare sulla revisione della legge sulle telecomunicazioni, che inizierà a marzo. È quanto ha deciso ieri all’unanimità la Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale, come riferisce una nota dei Servizi del parlamento. L’iniziativa cantonale, depositata nell’aprile del 2016, chiede il sostegno attivo della Confederazione per l’ampliamento delle reti di telecomunicazione a banda ultra larga nelle regioni con densità di utenti inferiore al limite di redditività economica, tramite finanziamenti diretti o aumento del livello del servizio universale. La banda ultra larga, come qualsiasi altra piattaforma tecnologica, è esposta alle dinamiche del mercato che richiedono una minima densità di utenti necessaria per garantire la redditività dell’investimento; ne consegue che l’accesso a servizi di banda ultra larga via cavo rimane precluso a molte regioni periferiche del Cantone e della Svizzera, sottolinea l’iniziativa ticinese. E come non bastasse il Ticino risulta all’ultimo posto a livello svizzero con il 69 per cento di utenze connesse. A Bellinzona si ritiene che non sia compito del Cantone o dei Comuni erogare finanziamenti a fondo perso, per rimuovere nelle regioni a bassa densità di utenti le barriere imposte dal mercato; barriere che impediscono lo sviluppo dei servizi di banda ultra larga nate con la liberalizzazione nel settore delle telecomunicazioni. Comuni e Cantone oltretutto non possono incassare nessuna tassa di concessione per l’uso speciale del pubblico demanio riferito agli impianti in questione, malgrado oggigiorno oltre il 90 per cento dei flussi di telecomunicazione abbia contenuti commerciali, sottolinea il Cantone nell’iniziativa. “La Confederazione negli ultimi decenni ha scaricato diverse competenze e relativi costi ai Cantoni”. La situazione generale è “abbastanza precaria”, si legge nel testo, e richiederà importanti investimenti su più fronti. La Commissione ha comunque proposto alla propria Camera di entrare in materia sul progetto.