Erdogan apre la campagna dell’Egeo
Istanbul/Atene – «Avvertiamo quelli che hanno superato i limiti a Cipro e nel mar Egeo di non fare calcoli sbagliati». Basterebbero le parole di Recep Tayyip Erdogan a fugare ogni dubbio sulla non-casualità dello scontro di ieri tra due motovedette della guardia costiera turca e greca nel mar Egeo meridionale. L’incidente si è aggiunto alla controversia nata con il blocco della piattaforma Saipem 12000, della compagnia petrolifera di Stato italiana (Eni), fermata venerdì al largo di Cipro dalla marina militare turca, che le impedisce di raggiungere l’area prevista per le trivellazioni su licenza del governo di Nicosia. Lo stesso Erdogan è intervenuto invitando le compagnie straniere che operano al largo di Cipro a «non fidarsi della parte greca e non essere strumenti di iniziative che superano le loro forze». Della crisi ha discusso con il ministro turco degli Esteri Mevlut Cavusoglu l’alto rappresentante Ue Federica Mogherini. “Seguiamo la situazione molto da vicino”, hanno assicurato fonti di Bruxelles, ribadendo l’invito ad Ankara a evitare frizioni con i Paesi Ue e a impegnarsi a buoni rapporti di vicinato e a rispettare la sovranità degli Stati, specialmente in vista del vertice con le istituzioni Ue del 26 marzo a Varna. Ma il clima non sembra favorevole ai toni distensivi, come dimostra l’episodio di ieri. «Non bisogna pensare che le ricerche di gas al largo di Cipro e le iniziative opportunistiche sulle rocce nel mar Egeo sfuggano alla nostra attenzione», ha avvertito Erdogan, poche ore dopo la collisione delle due motovedette nelle acque intorno agli isolotti di Imia, disabitati ma già in passato al centro di forti tensioni, che nel 1996 rischiarono di sfociare in un aperto conflitto armato. La Grecia ha condannato l’incidente, definendolo una provocazione e convocando l’ambasciatore turco ad Atene. Protesta diplomatica respinta puntualmente da Ankara. Nelle ore successive, attorno agli isolotti contesi hanno continuato a confluire i rispettivi mezzi navali, che in alcuni punti si sarebbero trovati anche a meno di cento metri di distanza, abbastanza per un nuovo “incidente”.