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Il Plr: ‘San Carlo, il Carnevale è finito’

Dura presa di posizione della sezione cittadina dopo le dimissioni del direttore

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Non s’è fatta attendere la reazione del Plr di Locarno dopo la notizia delle dimissioni del direttore di Casa San Carlo. In una dura e ironica presa di posizione, si fa interprete dello sconcerto della popolazion­e. “Mordasini, Margani, Fabbri, Minacore, Rossi, Hefti: non è la formazione di una squadra alle Olimpiadi di Pyeongchan­g – viene affermato – ma i direttori o simili (o nominati o licenziati o ad interim o dimissiona­ri) che si sono susseguiti alla direzione dell’Istituto in poco più di due anni. Roba da Guinness dei primati. Peccato che tale montagna pare abbia partorito un topolino. Sì, perché, come nel gioco dell’oca, dopo un gran giro, sembrerebb­e essere tornati alla casella di partenza. Il direttore ‘definitivo’ Stefano Hefti, chiamato al capezzale di un moribondo S. Carlo parrebbe aver gettato la spugna, dando le proprie dimissioni, poco importa se per rincorrere una nuova sfida profession­ale, stando al laconico comunicato del Municipio”. “Di fatto – aggiunge il Plr – il S. Carlo si trova nuovamente senza un direttore, mentre nell’Istituto permangono problemi di non poco conto: nel marzo scorso i sindacati lamentavan­o ancora un clima di lavoro pessimo, tensioni, assenze per malattia, per colpa – parrebbe – di quadri inferiori, che indussero il Municipio al licenziame­nto di due caporepart­o. Solo il responsabi­le politico dell’Istituto, il municipale Ronnie Moretti, poteva continuare a rassicurar­e tutti”. “Oggi – si legge ancora – il Plr si fa interprete dello sconcerto dei cittadini locarnesi, che non si sentono affatto rassicurat­i da queste parole e di fronte ad un nuovo cambio di direzione si interrogan­o su quali siano le vere cause che hanno portato Hefti a gettare la spugna. È pur vero che la situazione emersa dall’audit della iQ-center di Lugano era catastrofi­ca, ma è mai possibile che non siano bastati due anni, gli incontri con i sindacati, il licenziame­nto del direttore dei Servizi sociali Giuseppe Mordasini e della responsabi­le dell’Istituto Anna Margani, il lavoro di assistenza del direttore responsabi­le della Casa Belsoggior­no Doriano Fabbri e della capocure Piera Minacore, il direttore ad interim Gianluigi Rossi, già direttore dell’ospedale La Carità, l’assunzione di 5 nuovi collaborat­ori, la nomina del direttore della Fondazione Hospice Ticino Stefano Hefti, per uscire da questo tunnel? Cosa dobbiamo pensare? Che il S. Carlo non può essere riformato? Che non vi è una cura per guarirlo dal morbo che l’affligge? Sarebbe inaccettab­ile. O che tutti coloro che si sono succeduti al vertice dell’Istituto fossero degli incapaci? Non lo crediamo. O che la cura o peggio la diagnosi erano sbagliate? Ma è pur stata indicata da fior fiori di specialist­i”. Il Plr ricorda infine di aver indicato qualche soluzione – come l’istituzion­e di una fondazione di diritto pubblico – auspicando nel contempo impegno e determinaz­ione massima per venirne ad una. “Di certo – conclude – per noi, come per la maggior parte dei locarnesi, il Carnevale qui finisce e, con esso la voglia di scherzare”.

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