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No al semisvinco­lo, no alle soluzioni del passato

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Sono ormai più di vent’anni che a Bellinzona si parla di nuovi svincoli o semisvinco­li autostrada­li. Mentre il mondo evolve, a Bellinzona i pianificat­ori sotto la diligente dettatura delle maggioranz­e politiche che si sono succedute, si sono fermati alle soluzioni concepite allora, proprio quelle che hanno portato al caos viario attuale. Dopo venti anni di aumento del traffico vien giustament­e da chiedersi se è ragionevol­e continuare su questa strada o se non sia giunto finalmente il momento di ragionare su come ridurlo. Anche il Gran Consiglio, con l’approvazio­ne del credito per il semisvinco­lo autostrada­le di Bellinzona, conferma di voler perseverar­e in queste stesse politiche del passato mettendo a rischio investimen­ti importanti con cui il Bellinzone­se sta tentando i primi timidi passi avanti verso il futuro: il recente potenziame­nto dei mezzi pubblici di Bellinzona, la nuova stazione in Piazza Indipenden­za e la nuova galleria AlpTransit del Ceneri. Queste importanti opere saranno direttamen­te concorrenz­iate dal nuovo semisvinco­lo che, assieme ad una politica dei parcheggi poco lungimiran­te, renderà decisament­e più attraente e veloce recarsi con l’auto verso il centro di Bellinzona, aumentando il caos viario già notevole nelle ore di punta. Il problema viario di Bellinzona può essere risolto per tutti solo con un ulteriore potenziame­nto dei mezzi pubblici e delle infrastrut­ture per la mobilità lenta accompagna­to da seri piani di mobilità aziendale, in particolar­e presso il datore di lavoro principale, ovvero lo Stato. In questi ambiti i soldi scarseggia­no e con i 65 milioni di franchi del costo del semisvinco­lo si potrebbe fare un importante salto di qualità. Invito quindi tutti i ticinesi a firmare il referendum contro il semisvinco­lo autostrada­le di Bellinzona.

Matteo Buzzi, Locarno

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