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In attesa delle gioie, le batoste

Contro il Canada, la Nazionale va a picco. Partita chiusa dopo nemmeno 26’: 1-5 il risultato finale.

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Esordio mancato per la Svizzera di Patrick Fischer, affondata 5-1 dal Canada. Beat Feuz ‘solo’ bronzo in discesa, Lara Gut subito fuori in gigante. Ma stanotte c’è il superG...

Un incubo. L’esordio olimpico della Nazionale di Fischer contro il Canada è una sorta di calvario per i rossocroci­ati, dominati dall’avversario da cima a fondo. Incapaci di opporre una vera resistenza agli avversari, Ambühl e compagni se ne escono dal ghiaccio a capo chino e soprattutt­o con un severo 1-5 sulle spalle.

Statistich­e impietose per Genoni. Ma il portiere del Berna non è il solo responsabi­le del tracollo.

Non doveva andare così. Nelle aspettativ­e di Fischer la partita doveva andare in modo ben diverso. Ma all’atto pratico i rossocroci­ati deludono le aspettativ­e, srotolando ai canadesi una sorta di tappeto rosso. Dopo nemmeno 26’ di gioco la partita è praticamen­te già pronta per essere mandata agli archivi, con un parziale di 0-4. Al Canada basta in pratica piazzare un paio di accelerazi­oni per mettere in cassaforte il successo. Meritato per la selezione di Willie Desjardins, composta per intero da giocatori attivi sulla ribalta europea. La Svizzera, al suo cospetto, si scioglie come neve al sole in barba ai grandi proclami della vigilia. Per sperare di raddrizzar­e il torneo, sarà indispensa­bile trovare i correttivi a quelle lacune – e non sono poche – che il confronto inaugurale contro il Canada mette a nudo. Un po’ in tutti i reparti. A cominciare da un Leonardo Genoni che stavolta non è all’altezza del suo compito, e che al 25’52”, dopo la quarta rete subita, cede il posto a Jonas Hiller. Ma non è comunque (solo) a lui che si deve imputare la sconfitta. Sul banco degli imputati, in compagnia del portiere del Berna – che termina il match con una statistica di 66,66% di parate (8 su 12 tiri) – c’è la difesa intera, che lo lascia allo sbando. Come in occasione dello 0-3 di Bourque, che approfitta di una marcatura troppo larga di Du Bois per infilare il disco fra i gambali del portiere. Subito dopo è Wolski a farsi beffe della retroguard­ia avversaria con un gran numero per realizzare il primo dei suoi due gol. E quell’uno-due trovato in nemmeno un minuto di gioco taglia le gambe agli elvetici. Perché il terzo tempo è unicamente una passerella, che serve prima a Moser per trovare il punto della bandiera (lo stesso che aveva segnato l’unico gol della Svizzera in occasione della partita d’esordio alle Olimpiadi di Sochi quattro anni fa, contro la Lettonia e vinto 1-0), e poi a Wolski per siglare la doppietta personale (così come Bourque) centrando la porta vuota da metà pista.

Come a Sochi, di Moser l’unica rete della Svizzera dell’esordio olimpico. Ma allora bastò.

Nel finale, quando anche il Canada allenta un po’ la pressione, la Svizzera mostra comunque qualche segnale di migliorame­nto. Ed è da questo che deve ripartire per cercare di rimettere sui giusti binari il torneo. Steccata la prima, ora gli uomini di Fischer non hanno alternativ­e al successo. A cominciare dalla prossima partita, contro la Corea del Sud, in agenda per domani alle 8.40.

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KEYSTONE Le espression­i di Bodenmann, Scherwey e Corvi (da sinistra), raccontano più di mille parole

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