Nestlé delude le attese, il titolo scende
Utile netto in calo del 15,8% su base annua a 7,2 miliardi di franchi per Nestlé nel 2017. Il giro d’affari è aumentato dello 0,4% a 89,8 miliardi, ha reso noto ieri il gruppo vodese, che non rinnoverà il patto d’azionariato che lo lega alla famiglia Bettencourt, la quale ha il controllo di L’Oréal. Il titolo alla Borsa svizzera ieri mattina è sceso del 2,43%. La crescita organica delle vendite è stata del 2,4%: 1,6% di crescita interna reale e 0,8% di adeguamento al rialzo dei prezzi, precisa il numero uno mondiale dell’alimentazione. Gli analisti si aspettavano di più e Nestlé ritiene di non aver raggiunto l’obiettivo prefissatosi. Il direttore generale, il tedesco Mark Schneider, 52 anni, in funzione dall’inizio del 2017, spiega il risultato con il debole livello delle vendite alla fine dell’esercizio. Hanno pure avuto effetto le varie dismissioni. Gli azionisti tuttavia si vedranno proporre un dividendo di 2,35 franchi per azione (+2,2%). Schneider ha percepito una remunerazione totale di 7,4 milioni (parte fissa: 2,4 milioni). Il suo predecessore, il belga Paul Bulcke, oggi presidente del Consiglio di amministrazione, aveva incassato 9,01 milioni nel 2016. Nestlé anticipa per il 2018 un tasso di crescita organica del giro d’affari del 2-4%. Il gruppo prevede anche costi di ristrutturazione per 700 milioni (2017: 900 milioni). Anche la Svizzera, al pari di altri mercati, dovrà partecipare allo sforzo di riduzione dei costi, ha dichiarato Schneider, senza peraltro dire se verranno chiusi altri siti di produzione e rilevando che comunque nell’ultimo decennio sono stati creati in Svizzera oltre 5mila posti di lavoro molto qualificati.