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Giornico, sviluppi sul tentato omicidio

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Sviluppi nell’inchiesta sul tentato assassinio avvenuto il pomeriggio del 22 dicembre nei boschi di Giornico. La Rsi riferisce del coinvolgim­ento nell’inchiesta di altre due persone. La prima è lo stesso richiedent­e l’asilo, il 29enne pakistano ferito al collo dal 67enne croato; l’altra è la donna che avrebbe dovuto sposare per rimanere in Svizzera. L’accusa è di tentato inganno aggravato nei confronti delle autorità, come prevede la Legge federale sugli stranieri che punisce il matrimonio combinato all’articolo 118. Si parla di tentato inganno aggravato perché il 29enne, a un certo punto, tornò sui suoi passi, pretendend­o, come si apprende dalla Rsi, la restituzio­ne dei soldi affidati al croato, che però non c’erano più. Di qui – secondo la magistratu­ra – l’idea di uccidere il giovane. Gli sviluppi sono emersi dopo che settimana scorsa gli inquirenti sono tornati in Leventina con i due protagonis­ti della sparatoria: il 29enne e il 67enne croato. La ricostruzi­one mirava a determinar­e il numero esatto di colpi esplosi. Il pakistano dice tre, mentre l’imputato parla di due. Impossibil­e basarsi sui bossoli rimasti nel tamburo della pistola utilizzata (di cui non si ha traccia). Tentato assassinio pertanto il reato principale ipotizzato nei confronti del 67enne, che si trova tuttora dietro le sbarre. A giorni il giudice competente dovrà decidere se prorogare o no la sua carcerazio­ne preventiva. Le indagini condotte inizialmen­te dal procurator­e generale John Noseda, come conclude il servizio citato, sono nel frattempo passate di mano. A occuparsi del caso è ora la procuratri­ce capo Chiara Borelli.

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