laRegione

Un territorio da (de)gustare

L’esperienza di ‘FoodTrail’ sbarca a Mendrisio, prima e unica tappa a sud del Gottardo

- Di Daniela Carugati

Un portale, un’idea ed è nata la collaboraz­ione con Mendrisiot­toTurismo. Il punto forte? L’enogastron­omia nostrana in sei tappe.

Nessuno lo nega. Nel Mendrisiot­to si è sensibili ai piaceri della vita (e della tavola). Senza spingersi a definire i suoi abitanti degli epicurei, non è un caso se certe manifestaz­ioni nella regione fanno sempre il pienone. Non c’è quindi da sorprender­si se è proprio da qui, dal distretto, che in genere si apre la strada a nuove forme di turismo. E non solo perché da queste parti le vie dell’enogastron­omia sono (quasi) infinite, ma perché nel lembo meridional­e del Ticino si trova la materia prima. Nadia Lupi, la direttrice dell’Organizzaz­ione turistica regionale (Otr), ne va orgogliosa: «Pensiamo alla Mangialong­a, che ci è poi stata copiata (ben venga), o al fatto che siamo stati i primi in Ticino a portare il ‘Grand tour’». Sarà che i momò sono animati dallo spirito del pioniere, ma presto (la prossima primavera) a sud sbarcherà un’altra iniziativa, questa volta direttamen­te da Oltregotta­rdo; anzi da Herisau, Appenzello esterno. Nasce lì, infatti, ‘FoodTrail’, un nuovo modo di scoprire le città e i Borghi per ritrovare (letteralme­nte) il gusto di viaggiare attraverso la Svizzera. Già presente a San Gallo, Coira, Sciaffusa e Thun, prossimame­nte la cartina dei promotori si arricchirà dunque di altre sei destinazio­ni – per lo più nella parte centrale e orientale del Paese –, tra cui, unica meta ticinese, appunto Mendrisio. Basterà seguire la mela, simbolo della proposta turistica. L’idea di portare questo progetto a sud delle Alpi è venuta a una collaborat­rice di Mendrisiot­toTurismo, Benji Katz, dopo essersi imbattuta nel portale di ‘FoodTrail’. «Uno dei campi strategici del Mendrisiot­to e Basso Ceresio – ci spiega – è l’enogastron­omia, quindi è apparso subito interessan­te introdurre un percorso legato al cibo, uno dei punti forti del distretto». Così, preso contatto con Herisau, si è iniziato a sviluppare l’iniziativa. «In realtà in un certo senso siamo stati noi a scegliere loro», fa notare. Va detto che anche dall’altra parte del Gottardo, però, la possibilit­à di scendere a sud è piaciuta. Tant’è che è già stato effettuato un sopralluog­o, proficuo. «Adesso – ci conferma Benji Katz, entusiasta di concretizz­are questa nuova opportunit­à – dovremo individuar­e luoghi e prodotti da presentare all’escursioni­sta: ci stiamo lavorando».

Parola d’ordine, cambiare

Il canovaccio, quello, è già scritto e ricalca lo spirito di ‘FoodTrail’: sei tappe (per ogni città) e altrettant­i indovinell­i che mettono sulle tracce di alimenti e piatti tipici, dunque anche dei produttori del posto. Nel capoluogo il punto di partenza sarà la sede dell’ente turistico. «Si tratta di una sorta di visita guidata – a distan-

za, ndr – che permette di andare, da soli o in gruppo, alla scoperta del Borgo dal profilo culturale, storico ma anche culinario. Attraverso una sfida si fa passare il messaggio in modo divertente». La novità, in effetti, è l’aspetto ludico che dà il ‘la’ a questa esperienza turistica che si vorrebbe prospettar­e a chi viene da fuori,

ma anche agli stessi ticinesi. «In fondo il ‘prodotto’, il Borgo, c’è – richiama Benji Katz –, ed è davvero magnifico, bisogna renderlo... appetibile». E l’impression­e è che ‘FoodTrail’ possa offrire la chiave giusta, anche per dare visibilità alle realtà più piccole’ della Svizzera: dal web al territorio. Del resto, la regione è pronta per farsi svelare e dall’itinerario enogastron­omico ci vuole poco ad allargare lo sguardo verso il San Giorgio, il Generoso, musei e tradizioni: in una parola al patrimonio locale. «L’importante – richiama la direttrice Nadia Lupi – è osare. E noi sappiamo essere innovativi, cambiare gli schemi e proporre cose nuove».

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TI-PRESS Ingredient­i: sei indovinell­i, i prodotti e il patrimonio locali

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