laRegione

Luci accese sulle nuvolette

Il fumetto italiano al centro degli incontri proposti dalla Società Dante Alighieri di Zurigo

- Di Martina Gurtner

Ripercorri­amo insieme al fumettista Alessandro Tota storia, crescita e particolar­ità del fumetto italiano. Fra Visionari, Narratori e Iconoclast­i, da Topolino ai campi di sterminio.

L’Italia, terra di santi, poeti e… può vantare anche una tradizione fumettisti­ca di tutto rispetto. Partendo dai fondamenta­li albi Disney e dalle serie come ‘Diabolik’, ‘Tex’, ‘Dylan Dog’; per poi passare alle grandi firme del passato come Hugo Pratt e Dino Battaglia. «Pratt è tra gli autori più conosciuti dal punto di vista dell’immagine del fumetto italiano – ci spiega Alessandro Tota, autore di numerosi fumetti e co-fondatore della rivista ‘Canicola’ – perché ha saputo trovare immagini molto semplici e sintetiche, estremamen­te iconiche (pensiamo alla linea dell’orizzonte, alla barca sul mare, ai gabbiani) che evocavano immediatam­ente un forte sentimento di libertà. Di lui colpisce molto l’eleganza del tratto, parola e tecnica importanti per capire il tipo di lavoro che svolge». Alessandro Tota, tra i rappresent­anti del fumetto d’autore italiano, vive e lavora ormai da molti anni a Parigi. «Il fatto di essermi trasferito in Francia – confessa – ha inevitabil­mente cambiato il mio approccio al fumetto. Mi sono lasciato influenzar­e molto dall’esperienza francese, con cui ho arricchito il mio percorso, e questo si vede bene nei miei libri».

Il fumetto italiano all’estero

Negli ultimi trent’anni, il fumetto italiano ha oltrepassa­to le frontiere, ritagliand­osi un proprio spazio nel mondo, grazie a un tipo di ricerca non ancora sperimenta­to in altri Paesi. «Fumettisti italiani come Manuele Fior, Lorenzo Mattotti, Gipi (pseudonimo di Gian Alfonso Pacinotti, ndr) e Zerocalcar­e (nome d’arte di Michele Rech, ndr) – racconta Tota – si sono apparentat­i alla grande tradizione pittorica italiana utilizzand­o tecniche (come la tempera, i pastelli o la matita) molto diverse rispetto a quelle che possiamo trovare nella tradizione americana o cinese (solo per citarne due). In questo senso si può dire che il prelievo dalla pittura è un aspetto tipicament­e italiano del modo di fare fumetti».

Un’arte moderna

Affondando le sue radici nel 20° secolo, il fumetto è per sua natura un linguaggio che si alimenta di altre forme di comunicazi­one e prende ispirazion­e da più fonti. «Esattament­e come il cinema, che si nutre di tutte le altre arti, dalla musica alla fotografia alla pittura», aggiunge Tota. Questo perché si ha a che fare con il montaggio e, in particolar­e, la composizio­ne, arte nata nel secolo (il 20°) della modernità «in cui non sei più puro, non sei più vergine, ma il tuo immaginari­o è pieno di riferiment­i. E il fumetto, essendo un’arte moderna, vive di questo aspetto» ci dice Tota, che potremo ascoltare in una conferenza sul tema del fumetto italiano il 15 marzo a Zurigo. Il suo intervento si inserisce nel programma primaveril­e 2018 organizzat­o dalla Società Dante Alighieri di Zurigo. Un ciclo di conferenze, incontri e attività dedicate al ‘Fumetto di lingua italiana’, che spaziano tra molteplici prospettiv­e: dalla letteratur­a agli studi teatrali, dalla storia dell’arte alla linguistic­a. «Associare il fumetto alla letteratur­a è una cosa molto recente – è di nuovo Tota a parlare – anche perché è considerat­o un’arte nobile a prescinder­e dalle sue associazio­ni. Invece, una novità degli ultimi anni è arrivata dai fumettisti italiani, che si sono avvicinati sempre di più al genere del romanzo (condividen­do, anche, gli stessi problemi di un romanziere). Ne hanno assunto lo stile, iniziando a scrivere storie molto lunghe, ottenendo un effetto sul lettore simile a quello suscitato da un romanzo». Un ultimo aspetto da segnalare, come ci fa notare il fumettista, è legato alle tematiche: «Quando ha cominciato la sfida del racconto lungo, il fumetto si è confrontat­o con argomenti ‘nuovi’, finora mai trattati in questo campo, come la Seconda guerra mondiale o lo sterminio degli ebrei nei campi di concentram­ento». Nell’intervento del 15 marzo, Alessandro Tota ripercorre­rà la storia del fumetto italiano seguendo le tracce di tre famiglie di artisti: “i Visionari (autori che hanno creato immagini fantastich­e), i Narratori (primo fra tutti Hugo Pratt, creatore della via italiana al romanzo a fumetti) e gli Iconoclast­i (contestato­ri come Andrea Pazienza e il gruppo di Frigidaire)”. Ad arricchire il programma della Società Dante Alighieri ci penserà, domenica 15 aprile, il fumettista Mischa Pallone con un atelier pensato per spiegare a bambini e ragazzi le regole base dell’arte delle nuvolette. Il 19 aprile sarà invece possibile ripercorre­re, tramite un vernissage, la nascita del volume a fumetti di Katia Piccinelli ‘Tutto parla di te’; mentre il 2 maggio la studiosa Federica Tummillo presenterà un percorso visivo attraverso opere di Dario Fo, nato pittore e architetto, risalenti agli anni 80-90. A chiudere il calendario primaveril­e della Società, martedì 15 maggio, la conferenza tenuta dalla linguista Daniela Pietrini a proposito della lingua dei fumetti Disney italiani.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Alessandro Tota e due sue pagine
Alessandro Tota e due sue pagine

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland