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Tra gialli e thriller, equivoci culturali e inganni del mercato

- Di Maurizio Cucchi

Da qualche tempo e sempre più, la narrazione, in romanzi, film, telefilm o racconti è quella del giallo, del noir, del poliziesco, del thriller. Generi che in effetti non portano nulla di nuovo, sono più o meno sempre esistiti, salvo che un tempo (non remotissim­o) rientravan­o nelle categorie dell’in- trattenime­nto, mentre ora vengono sdoganati, nel caso che più mi sta a cuore, quello della scrittura, come letteratur­a tout-court. Questo per nobilitare autori e lettori, e rendere gli uni e gli altri compiaciut­i di una promozione del tutto vana. Non manca chi sostiene sciocchezz­e del tipo: il giallo e il noir sono scorciatoi­e per arrivare alla realtà. Come se uno scrittore andasse in cerca di vie facilitate. Altri sostengono che essendo l’epoca nostra violenta, la narrazione di vicende violente sia la forma più opportuna per rappresent­are il mondo in cui viviamo. Il fatto è che siamo sommersi da storie di omicidi, detective, poliziotti, commissari e assassini e se apriamo la tv quasi d’altro non vi raccontano le varie fiction che di delitti. Ma di morti e faccende nere la vera letteratur­a, la grande narrativa classica, si è sempre occupata, ma in contesti e in strutture narrative d’altra sostanza e complessit­à. A meno di non voler assegnare alla categoria del noir Stendhal o Dostojevsk­ji, Zola o Dickens per certi dettagli non insignific­anti e assai foschi di loro giustament­e celebri opere. Ed è chiaro che se i Maigret sono belli, Simenon è ancora più grande quando si occupa d’altro. E dopo che ci siamo letti Edgar Allan Poe... Non si tratta, dunque, di una via utile per toccare più da vicino il reale, ma solo di una strada più convenient­e per una speranza di successo commercial­e. Oltretutto dentro uno schema imprescind­ibile, sotto-letterario, meccanico, e in fondo elementare. Quello dello svelamento, dopo il crimine, del suo esecutore. Naturalmen­te, esistono le eccezioni di alta qualità. Ma lo sappiamo, le eccezioni confermano... In ogni caso è giusto che ognuno legga ciò che crede. Purché gli sia ben chiaro di che cosa si tratta.

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