Tra gialli e thriller, equivoci culturali e inganni del mercato
Da qualche tempo e sempre più, la narrazione, in romanzi, film, telefilm o racconti è quella del giallo, del noir, del poliziesco, del thriller. Generi che in effetti non portano nulla di nuovo, sono più o meno sempre esistiti, salvo che un tempo (non remotissimo) rientravano nelle categorie dell’in- trattenimento, mentre ora vengono sdoganati, nel caso che più mi sta a cuore, quello della scrittura, come letteratura tout-court. Questo per nobilitare autori e lettori, e rendere gli uni e gli altri compiaciuti di una promozione del tutto vana. Non manca chi sostiene sciocchezze del tipo: il giallo e il noir sono scorciatoie per arrivare alla realtà. Come se uno scrittore andasse in cerca di vie facilitate. Altri sostengono che essendo l’epoca nostra violenta, la narrazione di vicende violente sia la forma più opportuna per rappresentare il mondo in cui viviamo. Il fatto è che siamo sommersi da storie di omicidi, detective, poliziotti, commissari e assassini e se apriamo la tv quasi d’altro non vi raccontano le varie fiction che di delitti. Ma di morti e faccende nere la vera letteratura, la grande narrativa classica, si è sempre occupata, ma in contesti e in strutture narrative d’altra sostanza e complessità. A meno di non voler assegnare alla categoria del noir Stendhal o Dostojevskji, Zola o Dickens per certi dettagli non insignificanti e assai foschi di loro giustamente celebri opere. Ed è chiaro che se i Maigret sono belli, Simenon è ancora più grande quando si occupa d’altro. E dopo che ci siamo letti Edgar Allan Poe... Non si tratta, dunque, di una via utile per toccare più da vicino il reale, ma solo di una strada più conveniente per una speranza di successo commerciale. Oltretutto dentro uno schema imprescindibile, sotto-letterario, meccanico, e in fondo elementare. Quello dello svelamento, dopo il crimine, del suo esecutore. Naturalmente, esistono le eccezioni di alta qualità. Ma lo sappiamo, le eccezioni confermano... In ogni caso è giusto che ognuno legga ciò che crede. Purché gli sia ben chiaro di che cosa si tratta.