Fuori? Poco male, anzi Gut
Nonostante l’eliminazione nel gigante vinto dalla Shiffrin, la ticinese ha buone sensazioni. E domani c’è la ‘sua’ gara.
Cosa può esserci di positivo in un’uscita di pista dopo appena 17 secondi della prima manche di uno slalom gigante olimpico? Niente, per la maggior parte degli atleti. Tanto, se ti chiami Lara Gut e se quella manciata di secondi ti è bastata per capire, oltretutto a due giorni dalla “tua” gara, che a poco più di un anno dal terribile infortunio al ginocchio (era il 10 febbraio 2017 quando ai Mondiali di St. Moritz la ticinese si ruppe il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro) stai davvero ritornando quella di prima. Anche in gigante. «Sapevo che dovevo rischiare – ha dichiarato la 26enne di Comano, salita dodici volte sul podio di Coppa del mondo tra le porte larghe (4 successi) ma che in stagione nella disciplina non è mai andata oltre al decimo rango conquistato a Courchevel e a Lienz –. Non volevo arrivare al traguardo e avere rimpianti e non ne ho, perché in cima ho fatto quello che volevo, sono riuscita a spingere ed è stata la prima volta da inizio stagione che in gigante sono riuscita a muovermi bene e ad avere le tempistiche giuste. Poi ho commesso la classica “internata”, che in passato era già un mio errore ricorrente ma che ero riuscita a eliminare negli ultimi due anni. Ora è tornato ma spero, e cerco di convincermene, che faccia parte del mio processo per tornare a sciare bene anche in gigante, disciplina in cui dall’infortunio ho faticato e che è ancora un cantiere aperto per me».
La 26enne di Comano: ‘Non ho rimpianti, perché ci ho provato. Resto positiva, in superG so che posso divertirmi’.
La prova della vincitrice della Coppa del mondo generale del 2016 è finita contro un drappello di fotografi appostato a bordo pista, fortunatamente senza gravi conseguenze... «Penso sia andata peggio a loro, io ne sono uscita indenne. In ogni caso preferisco presentarmi alla partenza del superG con qualche blu ma soddisfatta per essermi giocata appieno le mie carte in gigante. Questo anche grazie all’esperienza e ai rimpianti che mi sono portata dietro da quattro anni fa (a Sochi aveva chiuso 4ª in superG a 7 centesimi dal podio e soprattutto 3ª in discesa a 0”10 dall’oro vinto ex aequo da Dominique Gisin e Tina Maze, ndr)».
Un atteggiamento positivo che la Gut dovrà portare in pista anche domani (ore 3 in Svizzera) nella sua disciplina prediletta, quel superG che in carriera le ha regalato un argento e un bronzo mondiali, due coppette di specialità (2014 e 2016) e ben dodici delle sue 24 vittorie in Cdm, tra cui
la prima (nel 2008 a St. Moritz) e l’ultima (un mese fa a Cortina). Un successo quello sulle nevi italiane che le ha pure consegnato il pettorale rosso di leader di una specialità nella quale «so che posso divertirmi, far uscire quella che sono, perciò cerco di non farmi influenzare da quello che è
capitato oggi. In fondo quello che rimane è l’errore che mi ha fatto uscire, però in partenza stavo bene e, a pensarci bene, è quello che facevo quando sciavo bene. Per cui cerco di restare positiva, tirando fuori il carattere e tutto quello che abbiamo fatto per essere qua». SC