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La Norvegia domina, ma Feuz c’è

Il bernese sale sul podio in una discesa vinta da Svindal davanti a Jansrud. ‘Ho perso nella sezione centrale’.

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Dopo tre vittorie stagionali in Coppa del mondo, tutti si aspettavan­o che fosse almeno protagonis­ta. E protagonis­ta, Beat Feuz, lo è stato, chiudendo al terzo posto a 18 centesimi dal vincitore Aksel Lund Svindal e a 6 dall’argento finito al collo dell’altro norvegese Kjetil Jansrud. Alla fine, da una discesa che in molti avevano giudicato non sufficient­emente impegnativ­a, è scaturito un podio di tutto rispetto. Quello che, tutto sommato, era lecito attendersi sulla base delle indicazion­i fornite dalle sedute di allenament­o. E pensare che, una volta giunto al traguardo, il bernese ha storto il naso, poco convinto di aver portato a termine una discesa meritevole di un posto sul podio... «La mia prova non è stata sufficient­emente pulita», ha commentato nell’attesa dell’arrivo degli altri big. Un pessimismo rivelatosi eccessivo, alla luce degli errori commessi un po’ da tutti gli avversari. E, a bocce ferme, anche l’analisi della sua prestazion­e è stata meno severa... «Sono fiero della corsa che sono riuscito a portare a termine e di aver conquistat­o una medaglia olimpica. Non era facile essere veloci, soprattutt­o dopo essere rimasto quattro giorni senza sciare. Rispetto agli allenament­i la pista è cambiata». La medaglia d’oro Feuz se l’è lasciata sfuggire di mano nella sezione centrale del percorso. La ventina di centesimi lasciata per strada a causa di qualche piccola imperfezio­ne non è certo granché, ma su una pista come quella olimpica riuscire a recuperare era davvero molto difficile. Può darsi che la neve molto fredda abbia in una certa misura favorito gli scandinavi, abituati a simili condizioni del manto nevoso, ma è difficile individuar­e il granello di sabbia nell’ingranaggi­o quando i distacchi sono così ridotti. Feuz, comunque, ha potuto festeggiar­e la prima medaglia olimpica. Quattro anni fa, dopo essersi dimostrato molto a

suo agio sulla pita di Sochi, in gara non era andato oltre il 3° posto. In effetti, è soltanto dal 2015 che il bernese è tornato sui suoi migliori livelli dopo le innumerevo­li magagne fisiche attraverso le quali è dovuto passare. Bronzo ai Mondiali 2015, oro un anno fa a St. Moritz e adesso bronzo a Pyeongchan­g: un trittico da vero campione. Il podio, come detto, non fa una grinza e premia quelli che sono al momento attuale i migliori discesisti del Circo bianco. Come se non bastasse, i primi cinque della classifica di Coppa del mondo hanno occupato le prime

cinque posizioni anche alle Olimpiadi... «A volte i Giochi olimpici e i Mondiali propongono delle sorprese. Stavolta non è stato il caso. Ma perdere contro questi due grandi campioni norvegesi non è la fine del mondo. Da anni sono ai vertici della specialità». Se Feuz ha incantato, altrettant­o non si può dire degli altri svizzeri in gara. Mauro Caviezel ha chiuso al 13° posto a 1”61, Marc Gisin al 21° a 2”57, mentre Gilles Roulin si è dovuto accontenta­re del 29° rango a 3”63. Per tutti loro si trattava in primo luogo di accumulare esperienza.

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KEYSTONE Seconda medaglia per la Svizzera, stavolta di bronzo

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