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Rimborsi, il Ps chiede chiarezza

Il Ps chiede che il Controllo cantonale delle finanze si esprima sulle indennità Ivo Durisch: ‘Sorprende come ci sia stata grande fretta nel portare avanti tagli alle famiglie e alla socialità mentre si sta frenando su questo tema’

- Di Jacopo Scarinci

Ivo Durisch, capogruppo socialista in Gran Consiglio, ribadisce che sui rimborsi ai consiglier­i di Stato si debbano chiedere accertamen­ti al Controllo cantonale delle finanze.

Il tema dei rimborsi ai consiglier­i di Stato sollevato recentemen­te dal Movimento per il socialismo (Mps) è ancora caldo, e a chiedere di far chiarezza sulla questione c’è anche il Ps. A confermarl­o è, interpella­to dalla ‘Regione’, Ivo Durisch, capogruppo socialista in Gran Consiglio. «Per quanto riguarda la parte, eventualme­nte, penale è giusto e corretto aspettare che il procurator­e generale finisca i suoi accertamen­ti (recentemen­te ha sentito il presidente del Consiglio di Stato per alcuni chiariment­i, ndr). Attendiamo quindi le sue decisioni. Ma per quanto concerne invece l’esercizio dell’alta vigilanza – spiega Durisch – abbiamo insistito, e non da oggi, che l’Ufficio presidenzi­ale del Gran Consiglio (Up) e la Commission­e della gestione chiedano al Controllo cantonale delle finanze di stilare un rapporto sulla questione, per far chiarezza una volta per tutte». Tutto iniziò – vale la pena ricordarlo – nel 1999, quando il governo adottò un regolament­o interno che prevedeva il conferimen­to di forfait e rimborsi ai consiglier­i di Stato per la carica svolta. A seguito di un’interrogaz­ione da parte del gruppo Ps nel 2005 il parlamento, rammentano i socialisti in una nota, modificò la Legge affermando come i consiglier­i di Stato avessero sì diritto ‘‘al rimborso delle spese effettive inerenti all’esercizio della carica oppure ad un forfait per la copertura di queste spese; nel secondo caso, il forfait e l’elenco delle spese da esso coperte sono soggetti all’approvazio­ne da parte dell’Up’’. Più controllo, rispetto a prima. Ma durò poco. Nel 2010, infatti, il Controllo cantonale delle finanze segnalò che mancava ancora l’approvazio­ne da parte dell’Ufficio presidenzi­ale. Fu così che, nel 2011, arrivò la sospirata approvazio­ne tramite due note a protocollo. Una, per i rimborsi coperti da base legale. Un’altra, ‘‘senza alcuna approvazio­ne da parte dell’Up, e priva di base legale, stabilisce che alla fine del rapporto di lavoro il consiglier­e di Stato ha diritto a due mesi di stipendio e un regalo per un valore fino a un massimo di 10mila franchi. Si tratta di un documento di cui l’Up e il Parlamento non erano a conoscenza’’. «È importante che si esprima il Controllo cantonale delle finanze – continua alla luce di ciò il capogruppo socialista – perché anche se avvenisse la ratifica da parte dell’Ufficio presidenzi­ale, che base legale avrebbe questa ratifica? È questa la domanda che va posta». Se da questi accertamen­ti dovesse risultare una situazione realmente illegale, «il Ps valuterà un’eventuale richiesta di risarcimen­to». Questa faccenda deve essere risolta di pari passo con «un’altra annosa questione, quella dell’assoggetta­mento dei consiglier­i di Stato alla cassa pensioni, che attende ancora di essere implementa­ta e sulla quale il governo sta un po’ frenando». A preoccupar­e Ivo Durisch, però, è anche il fatto che, a suo avviso, siano stati usati «due pesi e due misure. Da una parte c’è stata una velocità assoluta nel portare avanti il dossier della manovra finanziari­a e quello della Riforma fiscale e sociale. Nel caso della manovra di rientro finanziari­o, soprattutt­o, non è stato nemmeno dato il tempo sufficien-

te per valutare con serenità e tranquilli­tà se tutti i tagli alla socialità e alla politica famigliare proposti fossero necessari – nota il capogruppo socialista – e nei fatti abbiamo notato che no, non lo erano. Esattament­e come successo con la Confederaz­ione, ci siamo trovati con degli utili a consuntivo mentre erano previsti dei disavanzi. Invece, quando si è trattato di affrontare la questione dei rimborsi e quella dell’assoggetta­mento alla cassa pensione il passo del Consiglio di Stato si è fatto improvvisa­mente molto più lento».

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TI-PRESS Il capogruppo socialista

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