Rimborsi, il Ps chiede chiarezza
Il Ps chiede che il Controllo cantonale delle finanze si esprima sulle indennità Ivo Durisch: ‘Sorprende come ci sia stata grande fretta nel portare avanti tagli alle famiglie e alla socialità mentre si sta frenando su questo tema’
Ivo Durisch, capogruppo socialista in Gran Consiglio, ribadisce che sui rimborsi ai consiglieri di Stato si debbano chiedere accertamenti al Controllo cantonale delle finanze.
Il tema dei rimborsi ai consiglieri di Stato sollevato recentemente dal Movimento per il socialismo (Mps) è ancora caldo, e a chiedere di far chiarezza sulla questione c’è anche il Ps. A confermarlo è, interpellato dalla ‘Regione’, Ivo Durisch, capogruppo socialista in Gran Consiglio. «Per quanto riguarda la parte, eventualmente, penale è giusto e corretto aspettare che il procuratore generale finisca i suoi accertamenti (recentemente ha sentito il presidente del Consiglio di Stato per alcuni chiarimenti, ndr). Attendiamo quindi le sue decisioni. Ma per quanto concerne invece l’esercizio dell’alta vigilanza – spiega Durisch – abbiamo insistito, e non da oggi, che l’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio (Up) e la Commissione della gestione chiedano al Controllo cantonale delle finanze di stilare un rapporto sulla questione, per far chiarezza una volta per tutte». Tutto iniziò – vale la pena ricordarlo – nel 1999, quando il governo adottò un regolamento interno che prevedeva il conferimento di forfait e rimborsi ai consiglieri di Stato per la carica svolta. A seguito di un’interrogazione da parte del gruppo Ps nel 2005 il parlamento, rammentano i socialisti in una nota, modificò la Legge affermando come i consiglieri di Stato avessero sì diritto ‘‘al rimborso delle spese effettive inerenti all’esercizio della carica oppure ad un forfait per la copertura di queste spese; nel secondo caso, il forfait e l’elenco delle spese da esso coperte sono soggetti all’approvazione da parte dell’Up’’. Più controllo, rispetto a prima. Ma durò poco. Nel 2010, infatti, il Controllo cantonale delle finanze segnalò che mancava ancora l’approvazione da parte dell’Ufficio presidenziale. Fu così che, nel 2011, arrivò la sospirata approvazione tramite due note a protocollo. Una, per i rimborsi coperti da base legale. Un’altra, ‘‘senza alcuna approvazione da parte dell’Up, e priva di base legale, stabilisce che alla fine del rapporto di lavoro il consigliere di Stato ha diritto a due mesi di stipendio e un regalo per un valore fino a un massimo di 10mila franchi. Si tratta di un documento di cui l’Up e il Parlamento non erano a conoscenza’’. «È importante che si esprima il Controllo cantonale delle finanze – continua alla luce di ciò il capogruppo socialista – perché anche se avvenisse la ratifica da parte dell’Ufficio presidenziale, che base legale avrebbe questa ratifica? È questa la domanda che va posta». Se da questi accertamenti dovesse risultare una situazione realmente illegale, «il Ps valuterà un’eventuale richiesta di risarcimento». Questa faccenda deve essere risolta di pari passo con «un’altra annosa questione, quella dell’assoggettamento dei consiglieri di Stato alla cassa pensioni, che attende ancora di essere implementata e sulla quale il governo sta un po’ frenando». A preoccupare Ivo Durisch, però, è anche il fatto che, a suo avviso, siano stati usati «due pesi e due misure. Da una parte c’è stata una velocità assoluta nel portare avanti il dossier della manovra finanziaria e quello della Riforma fiscale e sociale. Nel caso della manovra di rientro finanziario, soprattutto, non è stato nemmeno dato il tempo sufficien-
te per valutare con serenità e tranquillità se tutti i tagli alla socialità e alla politica famigliare proposti fossero necessari – nota il capogruppo socialista – e nei fatti abbiamo notato che no, non lo erano. Esattamente come successo con la Confederazione, ci siamo trovati con degli utili a consuntivo mentre erano previsti dei disavanzi. Invece, quando si è trattato di affrontare la questione dei rimborsi e quella dell’assoggettamento alla cassa pensione il passo del Consiglio di Stato si è fatto improvvisamente molto più lento».