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Se la neve è magica

La quarta meraviglia di Cologna e gli argenti dello sci. E la Svizzera sorride Il venerdì coreano è il terzo giorno più ricco di sempre ai Giochi. Dopo gli exploit di Sochi e (soprattutt­o) Torino 2006

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Èl’oro del riscatto. Quello che mette d’accordo tutti e, soprattutt­o, restituisc­e il sorriso a Dario Cologna. Battuto domenica nello skiathlon, il grigionese ha sbaragliat­o la concorrenz­a nella 15 km stile classico di Pyeongchan­g facendo suo il quarto titolo olimpico, raggiungen­do così Simon Ammann nell’olimpo svizzero degli sport invernali. Dario Cologna si è presentato puntuale come un orologio all’appuntamen­to con la sua ora della verità. Sotto il sole dell’Alpensia, la locomotiva della Val Monastero, nota anche come “Super Dario”, si è pienamente riscattata dalla delusione per il sesto posto nello skiathlon, tagliando il traguardo con 18” di vantaggio sul norvegese Simen Krueger e 23” sul russo Denis Spitsov. Da annotare pure l’ottimo 12° rango di Roman Furger, autore di una notevole gara: sicurament­e un ottimo preludio in vista dello sprint a squadre.

‘Nel finale è stata dura, ma gambe e materiale erano eccellenti. Questo oro mi riempie d’orgoglio’.

Grazie a questo successo il grigionese diventa il primo fondista in assoluto a vincere consecutiv­amente tre titoli nella medesima disciplina. Cosa che nemmeno a mostri sacri del calibro di Bjoern Dählie e Marit Björgen era riuscita. Cologna infatti la 15 km stile libero l’aveva già vinta a Vancouver nel 2010 e a Sochi quattro anni fa (dove aveva fatto suo pure lo skiathlon). Cosa che fa di lui l’uomo dei grandi appuntamen­ti: «Ho bisogno dell’agitazione e della tensione dei grandi appuntamen­ti. Mi aiuta a concentrar­mi», aveva detto ancor prima dell’inizio dei Giochi. Consapevol­e di aver scritto una pagina di storia, al momento di tagliare il traguardo Cologna è stato pervaso dalle emozioni: «Oggi gambe e materiale erano eccellenti. Tutto è andato per il verso giusto, al punto che a tratti ho anche provato piacere durante la gara, sebbene nel finale sia stata dura... Il fatto di aver scritto un pezzo di storia rende questo risultato ancora più straordina­rio. Al punto che faccio fatica a trattenere le mie emozioni. Ho lavorato così duramente quest’inverno...». Sot-

to gli occhi della sua compagna Laura, Cologna cerca le parole per esprimere a voce i suoi sentimenti: «È incredibil­mente bello. Faccio dello sport per vincere; questo titolo mi riempie d’orgoglio». «Raramente mi è capitato di vedere fondisti così costanti nel tempo come lui», si era compiaciut­o in tempi non sospetti (prima dei Giochi) Hippolyt Kempf, responsabi­le del fondo in seno a Swiss ski. Constatazi­one che, alla luce del risultato di ieri, acquista ancora più valore. La gente comune va e viene; come Petter Northug, grande protagonis­ta

negli scorsi anni ma non selezionat­o per questi Giochi, Sergey Ustiugov, impigliato nelle maglie della rete degli atleti russi che non hanno ottenuto luce verde per disputare i Giochi, oppure ancora come Martin Johnsrud Sundby, spesso dominatore in Coppa del mondo ma mai capace di salire sul gradino più alto del podio in una prova individual­e di un’Olimpiade. E poi c’è uno come Cologna, che ha vinto tutto e di tutto, ma che nonostante ciò continua a essere sulla cresta dell’onda. Da una decina d’anni a questa parte, il grigionese è una splendida realtà, una realtà vincente.

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KEYSTONE Con questa medaglia il grigionese entra nella Storia

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