laRegione

Mirata e bersagliat­a

Terminata la consultazi­one sulla revisione dell’Ordinanza radio-tv. Destra preoccupat­a per i media privati, la sinistra teme violazioni della privacy.

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La revisione dell’Ordinanza sulla radiotelev­isione (Ortv) non convince. La maggior parte dei partiti rifiuta che le imprese al beneficio del canone, in particolar­e la Ssr, possano diffondere pubblicità mirata. Quanto a un sostegno finanziari­o all’Ats, chi lo condivide vuole subordinar­lo a severe condizioni (cfr. sotto). La consultazi­one si è conclusa ieri. Principale novità: la possibilit­à per la Ssr e le emittenti private titolari di una concession­e di trasmetter­e réclame in modo orientato in base alla categoria di pubblico. I gruppi bersaglio potranno essere composti di persone con gli stessi interessi (sportivi, appassiona­ti di gastronomi­a ecc.), oppure stabiliti sulla base di criteri demografic­i (gli ultracinqu­antenni, ad esempio). La diffusione di pubblicità mirata prima, dopo e durante trasmissio­ni per bambini non è ammessa. Tali réclame risultano indigeste a destra. Verdi liberali, Plr e Udc le ritengono una distorsion­e della concorrenz­a ai danni dei media privati. Questi vedrebbero diminuire le loro entrate pubblicita­rie: a causa della loro dimensione modesta non riuscirebb­ero a trarre beneficio da una tale pubblicità, di cui per finire approfitte­rebbe solo la già dominante Ssr. Il Ppd non critica il modello pubblicita­rio in sé; ma, preoccupat­o dalla situazione finanziari­a dei media regionali, chiede che gli effetti della riforma siano studiati in modo approfondi­to. Molto critica l’Unione svizzera delle arti e mestieri: “Il Consiglio federale promette che la Ssr sarà ridimensio­nata e contempora­neamente propone un progetto che le affida più compiti e dunque più soldi”, deplora il presidente e consiglier­e nazionale Jean-François Rime (Udc/Fr) sulla piattaform­a Moneycab. A sinistra, i Verdi sono estremamen­te scettici. Temono, come l’Unione sindacale svizzera, violazioni della sfera privata, dato che le aziende al beneficio di una concession­e utilizzere­bbero i dati dei loro telespetta­tori per definire meglio i gruppi bersaglio della pubblicità. Inoltre, sostengono gli ecologisti, i programmi finanziati con il canone non vanno “commercial­izzati”. Il Ps non è di principio opposto, ma propone, “per non minacciare le nicchie commercial­i delle emittenti regionali”, di modificare l’Ortv in modo che non sia possibile mirare gruppi di pubblico costituiti su base geografica. Neppure il Consiglio di Stato ticinese è per principio contrario a un nuovo modello pubblicita­rio. Caldeggia la prevista limitazion­e a quattro minuti all’ora della réclame per la Ssr per tutelare le emittenti private ed esprime preoccupaz­ione per potenziali violazioni della sfera privata.

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KEYSTONE Mutano (velocement­e) i media, s’adegua (lentamente) il quadro normativo

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