‘Padri spirituali’ musulmani, il test è ok
Il ricorso, nell’ambito di un progetto pilota, ad assistenti spirituali musulmani nel Centro federale d’asilo (Cfa) di Zurigo ha dato buoni risultati. Ne è convinta la Segreteria di Stato della migrazione (Sem), che ha deciso di prolungare l’esperimento fino a giugno per poi estenderlo eventualmente agli altri centri. Avviato il 1o luglio 2016 in quello che è a sua volta un ‘centro pilota’, il progetto è stato elaborato dalla stessa Sem in stretta collaborazione con le Chiese nazionali cattolica e protestante e con la Federazione svizzera delle comunità israelite. L’obiettivo – scrive la Sem in una nota – è di stabilire se ci sia un interesse a ricorrere a “curatori d’anime” musulmani e se sia possibile estendere tale innovazione “su vasta scala nei Cfa”. La realizzazione del progetto è stata affidata all’Associazione delle organizzazioni islamiche di Zurigo. Il Centro svizzero islam e società (Csis) dell’Università di Friburgo è stato incaricato di valutarlo. Per la Sem, l’esperimento ha trovato una “eco favorevole” sia tra i richiedenti asilo che tra i collaboratori del centro e i cappellani cristiani. I criteri e le esigenze relativi alla scelta delle organizzazioni partner e degli assistenti spirituali dei due sessi hanno dato buona prova. L’utilità di questi assistenti, scrive la Sem, “è evidente”:non soltanto all’interno dei Cfa, ma anche fuori, considerata la funzione di ponte che possono avere tra la Svizzera e i Paesi di origine dei richiedenti. Va migliorata tuttavia la formazione di base e quella continua di queste guide spirituali. Da chiarire anche la questione del loro finanziamento. A livello federale nessuna base legale consente infatti di assumere tali costi.