Erdogan ne libera uno e ne condanna sei a vita
Istanbul – Deniz Yucel è libero, ma altri sei giornalisti rischiano di non uscire più dalle galere di Erdogan. Nel giro di poche ore, la giustizia turca ha rilasciato il corrispondente turco-tedesco del quotidiano ‘Die Welt’, il cui arresto un anno fa aveva provocato un duro scontro con Berlino, e ha condannato all’ergastolo aggravato sei reporter di spicco, accusati di essere il “braccio mediatico” del fallito golpe del 2016. Nonostante la lunga detenzione e le accuse del presidente Recep Tayyip Erdogan, che lo definì “agente tedesco”, minacciando che non sarebbe mai uscito di prigione finché lui fosse stato al potere, la liberazione di Yucel era attesa. Già l’altroieri, prima di incontrare Angela Merkel il premier Binali Yildirim aveva detto di aspettarsi “sviluppi a breve”. Ieri la conferma. Un passo importante verso una distensione dei rapporti bilaterali, minati l’anno scorso da ripetute “incomprensioni”, fino alle accuse di “pratiche naziste” da parte di Erdogan. Tra i capitoli riaperti dalla liberazione di Yucel, potrebbe esserci anche quello sulla fornitura di armi pesanti ad Ankara. Uno “scambio” smentito da Berlino, che ha piuttosto insistito sul “lavoro diplomatico”. Yucel è arrivato ieri sera a Berlino, ma in Turchia resta imputato di “propaganda terroristica” e “istigazioni alla violenza”, reati che potrebbero costargli fino a 18 anni di carcere. Molto peggio è già andata a sei altri giornalisti, condannati in primo grado all’ergastolo per sostegno alla presunta rete golpista di Fethullah Gulen. Si tratta dei primi a venire condannati, di un lungo elenco di giornalisti cacciati in prigione dal regime turco, con le accuse più disparate. Tra loro, i fratelli Ahmet e Mehmet Altan – il primo notissimo cronista ed ex direttore del giornale ’Taraf’, il secondo accademico e editorialista – e Nazli Ilicak, anche lei reporter veterana e molto nota. Erano detenuti da oltre un anno e si sono sempre dichiarati innocenti. Da ieri Yucel è libero, ma con 155 reporter in carcere la Turchia resta la più grande prigione di giornalisti al mondo.