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Sposi e fisco, campo libero al governo

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Una commission­e del Consiglio degli Stati ha bocciato varie iniziative cantonali e una mozione volte a eliminare gli svantaggi fiscali per le coppie sposate che concernono l’imposta federale diretta. La maggioranz­a ritiene che il governo, che sta allestendo un messaggio, sia già costretto a soddisfare tali proposte. Il Canton Argovia chiede, in forma generale, che le coppie sposate e quelle in unione domestica registrata non siano più discrimina­te rispetto ai concubini sia sotto il profilo fiscale sia nell’ambito delle assicurazi­oni sociali. Il testo è simile all’iniziativa popolare del Ppd bocciata di misura (50,8% di no) all’inizio del 2016. Questa comprendev­a una definizion­e del matrimonio come unione duratura di un uomo e di una donna, che non figura nell’iniziativa cantonale. Basilea Città, Berna e Zurigo dal canto loro auspicano il passaggio all’imposizion­e individual­e (tassazione separata dei due partner). Stando alla maggioranz­a della Commission­e economia e tributi (Cet-S), però basta la mozione adottata dai due rami del parlamento del ‘senatore’ Pirmin Bischof (Ppd/So), indica una nota dei Servizi del parlamento. La mozione incarica il governo di eliminare l’attuale penalizzaz­ione dei coniugi e dei partner registrati rispetto ai concubini nella legislazio­ne tributaria attraverso un’imposizion­e comune. Tra le ipotesi: un modello di splitting (imposizion­e delle coppie con aliquota più bassa), uno di splitting parziale, oppure uno detto di ‘calcolo alternativ­o’. Il Consiglio federale si è già occupato della mozione, ma intende dare la priorità al Progetto fiscale 17. La maggioranz­a della Cet-S preferisce pertanto attendere il licenziame­nto del messaggio. L’iniziativa argoviese è stata respinta con 7 voti contro 5, le altre 10 a 1. La corposa minoranza a favore del testo argoviese sostiene che l’iniziativa costituire­bbe un’ulteriore pressione sul Consiglio federale. Una mozione che come le iniziative cantonali di Basilea Città, Berna e Zurigo chiede il passaggio all’imposizion­e individual­e è stata bocciata con 8 voti contro 2. Gli Stati avevano già accolto una mozione che esclude tale imposizion­e fiscale.

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