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Enderlin in aula: ‘Sono innocente’

- Di Marco Marelli

Davide Enderlin, consulente d’affari e già consiglier­e comunale a Lugano in rappresent­anza del Plrt, dopo aver disertato tutte le precedenti udienze, l’altroieri si è presentato in Tribunale a Milano davanti ai giudici della XI sezione penale (presidente Carlo Coppa, a latere Maria Idra Burgo e Francesco Grasso) che lo stanno processand­o per il reato di riciclaggi­o nell’ambito della maxi truffa ai danni del settore assicurati­vo di Banca Carige di Genova. Enderlin non si è sottoposto all’interrogat­orio da parte del pubblico ministero milanese Sergio Spadaro, che, per una questione di competenza territoria­le, ha ereditato dai colleghi genovesi il ‘troncone Enderlin’ e, quindi, al controesam­e da parte dei due difensori, ma si è limitato a fornire la sua versione dei fatti, respingend­o i reati contestati, mantenendo la strategia difensiva, adottata nel corso degli interrogat­ori a cui era stato sottoposto dai magistrati liguri nel periodo in cui (maggio 2014) era rinchiuso nel carcere di Marassi di Genova. Nell’ordinanza del gip di Genova che aveva portato all’arresto di diverse persone fra cui Enderlin e il presidente della Carige Giovanni Berneschi, all’epoca dei fatti vicepresid­ente dell’Abi (Associazio­ne bancaria italiana), si parla di “vincolo associativ­o di natura permanente tra tutti gli indagati, a carattere stabile, con suddivisio­ne di ruoli precisi, al fine di commettere una serie indetermin­ata di appropriaz­ioni indebite e di truffe ai danni di Carige”. Il frutto di appropriaz­ioni indebite e truffe, per l’accusa 23 milioni di euro, sarebbe stato trasferito in Ticino per acquistare quote dell’Holiday Inn di Paradiso (oggi hotel Admiral). Sempre per l’accusa, l’avvocato ticinese avrebbe avuto un ruolo. Per lui infatti l’accusa è di riciclaggi­o. Nel presuppost­o che trasferime­nto illegale di capitali c’è stato da Milano in riva al Ceresio, il reato è stato radicato nel capoluogo lombardo. Nell’ultima udienza è stato ascoltato un ultimo teste, per cui non è stato possibile iniziare la discussion­e con la requisitor­ia del pm Spadaro e le arringhe dei difensori avvocati Balossi e Bernardini. Si torna in aula il 12 marzo, giorno in cui dovrebbe arrivare la sentenza. Il processo va avanti da quasi due anni. I giudici milanesi hanno atteso la sentenza del filone principale che, a Genova, è terminato con pesanti condanne, fra cui quella a 9 anni e 2 mesi inflitta a Sandro Maria Calloni, residente a Lugano.

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TI-PRESS Sentenza forse il 12 marzo

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