laRegione

Giustizia 2018 e nuova Procura, la riforma a parole

- Di Andrea Manna

Con un’interrogaz­ione inoltrata ieri (giorno dell’elezione del pg), il deputato liberale radicale Matteo Quadranti chiede molto opportunam­ente al Consiglio di Stato che fine abbia fatto ‘Giustizia 2018’, il progetto di riforma dell’apparato giudiziari­o ticinese tanto strombazza­to, perlomeno sino a qualche anno fa, dal Dipartimen­to istituzion­i. Siamo nel 2018 ma di quel progetto, volto a rendere la magistratu­ra “più efficace ed efficiente” (è lo slogan caro al Dipartimen­to), si è visto poco o nulla. Peccato, perché uno dei suoi annunciati assi portanti è (era?) la riorganizz­azione del Ministero pubblico, con nuove competenze per il procuratoC­HF re generale. L’assenza a tutt’oggi di proposte tradotte in legge non ha certo facilitato il lavoro del parlamento nella scelta del nuovo capo dell’importante ufficio giudiziari­o. Oggi si sa chi è il conducente – il nuovo pg – ma niente si sa del tipo di veicolo – il nuovo Ministero pubblico – che guiderà. La conoscenza preliminar­e del veicolo avrebbe permesso di stabilire il giusto profilo del conducente ed evitato così, con ogni probabilit­à, ciò che paventavam­o su queste colonne lo scorso dicembre: il pasticcio degli assessment. Ebbene, in futuro è auspicabil­e meno dilettanti­smo da parte della politica, ovvero governo e Gran Consiglio.

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